Il Duomo è lontano, ma le cattedrali nel deserto qui non mancano e aspettano tifosi da tutto il mondo nel 2034. Oggi gli occhi di Milano e di gran parte dell’Italia sono tutti qui, su una Riyad baciata dal sole e in attesa di un derby da finale che fa venire i brividi. Da una parte l’Inter di Inzaghi, la corazzata che - con due partite in meno - insegue il Napoli per uno scudetto che la vede favorita ma che non lascia nemmeno le briciole agli avversari (chiedere a Gasp). Vuole tutto Simone, nonostante qualche infortunio di troppo (dopo Thuram problemi anche per Correa). Pretende tanto anche Sergio Conceiçao, amico ed ex compagno di Inzaghi. Ma soprattutto nuovo allenatore di un Milan che vuole tornare a fare la voce grossa vincendo la seconda stracittadina stagionale per portare a casa un trofeo che a Milanello è stato spesso di casa. E che sarebbe il primo della nuova era anche se, salvo sorprese, Cardinale non arriverà.
Derby di Supercoppa, la sfida che scotta
Clima rovente quindi, al contrario delle temperature, per un derby che vale più dell’onore cittadino. Un trofeo, prima di tutto. E anche svariati milioni, più di quelli previsti. Non per togliere romanticismo alla Supercoppa che sarà alzata al cielo stasera (si inizia alle 20 italiane, le 22 locali, in caso di parità al 90' direttamente rigori), ma le cifre della formula araba sono assai convenienti: la finalista perdente porta a casa 6,7 milioni; 12,5 vanno invece a chi mette in bacheca la coppa a Milano. La finale di stasera non è un inedito ma poco ci manca: nei due precedenti un successo per parte (2-1 per i rossoneri nell’edizione 2011 e 3-0 per i nerazzurri in quella del 2022). Lo stadio Al Awwal Park sarà vestito a festa per l'occasione, quasi tutto esaurito (circa 23mila spettatori), centinaia di paesi nel mondo hanno acquistato i diritti. Lo spettacolo fuori è assicurato, alle due squadre il compito di onorare quello in campo anche se dai due ritiri il messaggio che parte è sempre lo stesso: una finale non si gioca, ma si vince.
Inter-Milan, lo spartito tattico
Vero, anche se attraverso i due impianti tattici qualcosa in più si dovrebbe capire. All'Inter il ruolo di favorita e anche l'onere di fare la partita mentre il Milan proverà a tenere botta e a fare male con le ripartenze. Leao non giocherà dall'inizio, Morata invece sì così come Pulisic. Bennacer dovrebbe partire dalla panchina, con Musah titolare, mentre in casa Inter come sempre tutto passerà dalla regia di Calhanoglu e dai guizzi di Barella e Mkhitaryan. Dumfries è galvanizzato dalla doppietta contro l'Atalanta, Theo Hernandez vuole invece dimenticare - e far dimenticare - i disastri contro la Juventus. Conceiçao si affida a Morata che raramente sbaglia le finali e che, dopo l'Europeo vinto, ha voglia di prendersi una notte da sceicco mentre Inzaghi aspetta che il suo capitano Lautaro torni sul trono.
Storie nella storia, corsi e ricorsi, come quelli di due ragazzi che 25 anni fa vincevano insieme lo scudetto e oggi si giocano una coppa. Se stasera dovesse vincere Conceiçao potrebbe diventare il primo allenatore a ottenere due successi nelle prime due gare da allenatore con i rossoneri tra tutte le competizioni dal settembre 2014. Sono passati 10 anni, allora il Milan era guidato da Inzaghi. Filippo. Quello che da giocatore faceva godere la Milano rossonera mentre oggi il fratello è l'eroe di quella nerazzurra. Anche questa è una storia nella storia, di quelle da raccontare sotto il cielo di un'Arabia che, anno dopo anno, vuole aprirsi sempre di più al mondo. E che stasera sarà uno spicchio di Milano. Anche senza Duomo, anche senza tifosi, per chi vincerà sarà comunque bellissimo.
Storie nella storia, corsi e ricorsi, come quelli di due ragazzi che 25 anni fa vincevano insieme lo scudetto e oggi si giocano una coppa. Se stasera dovesse vincere Conceiçao potrebbe diventare il primo allenatore a ottenere due successi nelle prime due gare da allenatore con i rossoneri tra tutte le competizioni dal settembre 2014. Sono passati 10 anni, allora il Milan era guidato da Inzaghi. Filippo. Quello che da giocatore faceva godere la Milano rossonera mentre oggi il fratello è l'eroe di quella nerazzurra. Anche questa è una storia nella storia, di quelle da raccontare sotto il cielo di un'Arabia che, anno dopo anno, vuole aprirsi sempre di più al mondo. E che stasera sarà uno spicchio di Milano. Anche senza Duomo, anche senza tifosi, per chi vincerà sarà comunque bellissimo.