Inzaghi chiede all'Inter orgoglio e maggiore applicazione: "Finiamo il lavoro"

Dopo il ko con il Milan costato l'eliminazione in Coppa Italia, il tecnico ha parlato al gruppo alla ripresa degli allenamenti in vista del test verità contro la Roma
Pietro Guadagno
5 min

MILANO - Orgoglio. È il tasto su cui ha scelto di "battere" Inzaghi alla ripresa degli allenamenti dopo il giorno di riposo. Ieri mattina, alla Pinetina, prima di dare il via alla seduta, il tecnico nerazzurro ha radunato i suoi uomini in mezzo al campo e ha suonato la carica in vista del match con la Roma, ma anche di quelli che seguiranno. Un mese, 7 partite, che nella speranza nerazzurra si possono tramutare in 8 (o anche 9…), in palio scudetto e Champions. Lautaro e soci, reduci dalla doppia sconfitta con Bologna e Milan, che ha segnato l’addio alla Coppa Italia e quindi al Triplete, possono ancora rendere la stagione trionfale. E l’orgoglio che ha spinto la truppa fino a questo punto deve anche essere la molla per arrivare fino in fondo nelle competizioni che restano, dando il massimo e senza lasciare nulla di intentato.

Inter, il discorso di Simone Inzaghi alla squadra

Il discorso di Inzaghi è durato poco più di una decina di minuti. È stato quasi un’arringa. I toni sono stati alti, ma non perché ci fosse rabbia da parte sua. Semmai per dare ancora più enfasi e spinta, mettendo da parte delusione e amarezza per i due stop consecutivi. L’allenatore piacentino ha l’assoluta fiducia nei mezzi e nella forza del suo gruppo. Del resto, lo ha costruito e plasmato, rendendolo la squadra di oggi, per la verità ammirata più all’estero che in Italia. Dedizione, attaccamento e sacrificio sono stati fondamentali per mettersi nelle condizioni di lanciare il doppio sprint. Non sono mancate le battute a vuoto, ma sono state soprattutto la conseguenza di un calendario soffocante e ultra-dispendioso. Adesso, non resta che l’ultimo sforzo. Che dovrà essere sostenuto, appunto, dall’orgoglio per quello che è stato fatto e ancora di più dall’orgoglio per quello che ancora può essere raggiunto. Inzaghi ha anche voluto alzare le barricate, sottolineando come il vento che soffia all’esterno sia tutto contro. L’aspettativa generale, insomma, è che i nerazzurri siano ormai a corto di energie e che siano destinati a lasciare lo scudetto al Napoli. Un motivo in più allora per dimostrare di essere più forti di tutto, anche di chi è pronto ad alzare il fuoco delle critiche nel momento in cui qualcosa dovesse andare male.

Contro la Roma un test verità per i nerazzurri

È il momento della verità. Gli errori non sono più permessi. Ecco perché le parole di Inzaghi non sono state soltanto motivazionali. Il tecnico nerazzurro ha chiesto ancora più attenzione e applicazione. Dopo quello di Orsolini all’ultimo secondo a Bologna, infatti, anche il vantaggio del Milan nel derby è scaturito da situazioni e momenti che dovevano essere gestiti meglio. Dalla troppa libertà con cui ha crossato Jimenez fino alla marcatura troppo molle su Jovic. L’Inter aveva avuto l’approccio giusto, per mezz’ora abbondate aveva messo sotto il Diavolo, creando almeno tre ottime occasioni per sbloccare il risultato, senza riuscirci. In quei frangenti, altro concetto sottolineato da Inzaghi, sarebbe servita maggiore cattiveria e lucidità. Ma, soprattutto, sentire di riuscire a mettere in difficoltà l’avversario non deve, poi, far allentare la tensione nella propria metà campo. Al contrario deve esserci ancora più rabbia per arrivare a concretizzare la supremazia. Contro la Roma, dunque, sarà una sorta di test verità. L’Inter deve battere un colpo. Per sé stessa, ma anche per lanciare un messaggio agli avversari. Intanto, Inzaghi ha lanciato il suo...

 

 

 


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