Juve, plusvalenze sospette per 282 milioni. Spuntano le intercettazioni e il nome di Cristiano Ronaldo

Nell'inchiesta della procura di Torino, ci sono anche i rapporti economici col fuoriclasse portoghese
Juve, plusvalenze sospette per 282 milioni. Spuntano le intercettazioni e il nome di Cristiano Ronaldo© Juventus FC via Getty Images
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TORINO - Nell'inchiesta della Procura di Torino e della Guardia di Finanza sui conti della Juventus, spunta anche il nome di Cristiano Ronaldo. Ci sono infatti anche accertamenti sui rapporti economici tra il club bianconero e il fuoriclasse portoghese che non risulta indagato. I militari però hanno ricevuto dai magistrati l'incarico di cercare "documenti e scritture private" relative al contratto e alle retribuzioni arretrate di CR7. Una "carta famosa che non deve esistere teoricamente". Si tratta, secondo quanto si è appreso, di una scrittura privata relativa ai rapporti economici fra la Juventus e Cristiano Ronaldo che la Guardia di Finanza, su indicazione della procura di Torino, ha ricevuto l'incarico di cercare e recuperare. L'esistenza del documento, sempre secondo quanto si è appreso, è stata ipotizzata per via del contenuto di una conversazione intercettata dagli inquirenti.

Plusvalenze per 282 milioni in 3 anni

Alla base dell'indagine della Procura e della Guardia di Finanza, ci sono plusvalenze per 282 milioni in tre anni, "connotate da valori fraudolentemente maggiorati". La Juventus è stata paragonata ad una "macchina ingolfata" a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi. E lo scenario che stanno disegnando gli inquirenti della procura di Torino nell'inchiesta che ieri ha portato la Guardia di Finanza a perquisire le sedi della società. Nel corso dell'indagine sono state svolte intercettazioni telefoniche. Tra gli indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice presidente Pavel Nedved, l'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici (oggi al Tottenham) ed altri tre del settore commerciale: l'attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l'ex Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Bertola e l'ex dirigente finanziario Marco Re.

"Perdite mascherate da plusvalenze"

Secondo la Procura di Torino la Juventus, con il sistema delle plusvalenze sulla compravendita dei giocatori ha generato  un "ricavo di natura meramente contabile e in ultima analisi fittizio" mascherando perdite di esercizio: 39 milioni anziché 171 milioni nel 2019, 89 milioni anziché 209 milioni nel 2020, 209 milioni anziché 240 milioni nel 2021. Questa l'ipotesi su cui stanno lavorando la procura di Torino e la Guardia di Finanza con l'operazione 'Prisma'.  "Sin dai primi accertamenti sono emersi indizi precisi e concordanti per ritenere che i valori sottesi ai trasferimenti in questione non siano stati oggetto di una fisiologica trattativa di mercato ma che si sia di fronte a operazioni sganciate da valori reali di mercato, preordinate e attestanti ricavi meramente 'contabili' in ultima istanza fittizi". È quanto scritto nel decreto di perquisizione disposto dalla Procura di Torino. "Da ciò - continua il decreto - conseguono evidenti ricadute in tema di bilancio e di rappresentanze veritiere e corretta, della situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società". Infatti "le operazioni descritte, nel momento in cui consentono la registrazione per intero del ricavo nell'esercizio in corso e la 'spalmatura' dei costi negli esercizi successivi, determinano un miglioramento fraudolento degli indici di bilancio, in particolare della voce del conto economico denominata 'altri ricavi e proventi-plusvalenza da cessione diritti pluriennali prestazione calciatori' e della voce dello stato patrimoniale 'diritti pluriennali delle prestazioni dei calciatori'"

Il ruolo di Paratici e Agnelli

Sotto esame il lavoro di Andrea Agnelli e Fabio Paratici, ex Chief football officer della Juventus che, secondo la Procura sarebbe "l'artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze", ma il Cda della società bianconera, e "in primis il presidente Andrea Agnelli", era "ben consapevole" della sua condotta. Questa è l'ipotesi sulla quale stanno lavorando la Guardia di Finanza e la Procura di Torino nell'inchiesta sui conti del club. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche, dalle quali si ricava che negli ambienti della Juventus era chiaro che le difficoltà non derivavano soltanto dall'emergenza sanitaria: in una conversazione si sente dire "sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene".

Le intercettazioni: "Hanno chiesto di fà plusvalenze"

"Hanno chiesto di fa' le plusvalenze", "che almeno Fabio (Paratici, ndr), dovevi fa' le plusvalenze e facevi le plusvalenze". E' una delle intercettazioni finite nell'inchiesta della Procura di Torino sui conti della Juventus. Per i magistrati che indagano Paratici, al vertice dell'area sportiva fino a giugno 2021, è considerato l'artefice della "pianificazione preventiva" delle plusvalenze, di cui i vertici del club e "in primis il presidente Andrea Agnelli", erano ben consapevoli.

Sotto esame le operazioni "a specchio"

Sotto la lente d'ingrandimento alcune operazioni definite "a specchio" e finite nel mirino della Procura di Torino. Tra queste l'acquisto dall'Olympique Marsiglia del ventenne Marley Akè per 8 milioni di euro, in cambio della cessione alla stessa cifra di Franco Tongya, 19enne nato a Torino da genitori camerunensi e cresciuto nel vivaio della Juventus. Riflettori puntati anche su numerose cessioni di giovani calciatori dell'Under 23 "con corrispettivi rilevanti e fuori range" rispetto a calciatori del medesimo livello e categoria. Come l'acquisto dal Barcellona di Alejandro Marques Mendez, attaccante spagnolo ventenne ora in prestito al club spagnolo CD Mirandés, per 8,2 milioni di euro, in cambio del centrocampista brasiliano 23enne Matheus Pereira valutato 8 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti anche le cessioni e le acquisizioni effettuate in prossimità della scadenza contrattuale, come nel caso dell'acquisto per 18 milioni di euro di Nicolò Rovella dal Genoa, con contestuale cessione allo stesso Genoa di Manolo Portanova per 10 milioni e di Elia Petrelli per 8 milioni.

Romero-Demiral e la scrittura privata con l'Atalanta

Tra le carte della Guardia di Finanza spunta anche una scrittura privata attestante la sussistenza di un "obbligo non federale" a carico dell'Atalanta, nell'ambito della doppia operazione di trasferimento dei calciatori Merih Demiral e Christian Romero. E' quanto emerge dall'inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus.


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