TORINO - I nuovi sviluppi dell'inchiesta sui conti della Juventus da parte della procura di Torino hanno riattivato anche la procura federale. È arrivata ieri, infatti, la richiesta da parte del procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, di essere messo a conoscenza dei nuovi atti prodotti dai pm torinesi e che in precedenza non gli erano stati trasmessi, come ad esempio le intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Il piano sportivo
Una mossa attesa fin dalla notifica di chiusura indagini di lunedì scorso. L'intento della Procura Federale è quello di capire se alla luce di nuove prove a cui non era stato possibile accedere in precedenza ci possano essere le condizioni per richiedere la revisione della decisione definitiva pronunciata a maggio dalla corte di appello federale a sezioni unite: era stata emessa una sentenza di proscioglimento nei confronti delle 11 società e dei 59 dirigenti deferiti per presunte plusvalenze fittizie. Tali condizioni ci potrebbero essere nel caso in cui ci fosse l'evidenza del dolo nella definizione delle presunte plusvalenze fittizie (unico precedente quello che portò a sanzionare Chievo e Cesena in passato) o che da tali operazioni sia stato possibile rientrare nei parametri da rispettare per l'iscrizione al campionato: elementi che nel caso non riguarderebbero solo la Juve ma anche eventuali altre società coinvolte.
Il piano giudiziario
In attesa di eventuali nuovi sviluppi sul piano sportivo, sono questi giorni piuttosto delicati per quel che riguarda l'inchiesta portata avanti dalla procura di Torino relativamente ai bilanci della Juve compresi tra il 2018 e il 2021. Sono in tutto 16 gli indagati, tra cui il presidente bianconero Andrea Agnelli (per cui era stata chiesta anche l'applicazione di misure cautelari, respinta dal gip), il vice Pavel Nedved, l'ex capo dell'area sportiva Fabio Paratici e l'attuale ad Maurizio Arrivabene: da lunedì scorso sono iniziati i venti giorni a disposizione per studiare le carte e preparare memorie difensive o farsi interrogare dai pm. Tra i vari capi d'accusa, i principali restano quelli di falso in bilancio e false comunicazioni al mercato. Sotto la lente di ingrandimento ancora le presunte plusvalenze fittizie, tesi in questo caso rafforzata dalle intercettazioni ambientali e telefoniche secondo i pm: «Fortuna che... alla luce delle recenti visite ci siamo fermati», rivelava Federico Cherubini a Stefano Bertola il 22 luglio 2021. Per la Procura sarebbe un'ammissione riguardo a plusvalenze artefatte in precedenza. Ma fari puntati anche sulle due manovre stipendi di marzo-giugno 2020 e soprattutto di marzo-giugno 2021 a causa di quegli accordi privati che sarebbero divergenti da quelli depositati in Lega secondo le valutazioni dei pm, compresa la famosa «carta che deve rimanere segreta» di Ronaldo che varrebbe 19,7 milioni e che la procura non avrebbe trovato ma sarebbe riuscita a ricostruire nei contenuti.