Juve, una Signora vecchia dentro

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Juve, una Signora vecchia dentro© Juventus FC via Getty Images
Roberto Perrone
3 min

La sconfinata giovinezza di Nicolò Fagioli, che segna uno dei gol più belli visti nella landa del campionato italiano, allontana ma non risolve il problema dell’inarrestabile vecchiaia della Juventus. E lo diciamo malgrado i molti giovanotti mandati in campo, da Miretti a Soulè, da Gatti (il meno giovane tra i giovani) a Iling Jr (suo il pallone passato a Fagioli). Questa è una squadra vecchia per come si pone, per come si muove, per come interpreta il calcio. Un esempio: le quattro ammonizioni nei 28 minuti iniziali, tutte ineccepibili, raccontano di una frenesia inusitata, sentimento che è proprio degli anziani. Ma la caratteristica saliente è la mancanza di continuità, nei risultati in generale e nelle prestazioni in particolare. La Juventus procede a strappi, tra furori improvvisi, buone giocate, faciloneria, momenti di grande applicazione, dimenticanze, euforie. Ecco, evitiamola l’euforia, prendendo i fatti positivi senza spingerci troppo in là: è la terza vittoria consecutiva in campionato, senza subire gol (non accadeva dal 2021) ed è la settima volta, in questo anno sociale, con la porta immacolata. Particolari importanti, ma non decisivi. Infatti questa striscia non può che essere solo un inizio, non un punto di arrivo.

Non esiste la controprova, non sappiamo se senza lo straordinario coniglio estratto dal cilindro di Fagioli, Madama avrebbe vinto lo stesso (fino al concitato finale i pochi interventi del portiere sono tutti dalla parte del Lecce), ma la partita è comunque una lunga salita per i giocatori bianconeri, tra palloni buttati, concitazione, distrazioni e l’immancabile tremolio finale, tutti indietro con il palo a salvare il prezioso 1-0 di Fagioli. Non c’è una vera crescita, ma una praticità importante, soprattutto in difesa e la concreta possibilità che questo gruppo di ragazzi cresca, si lasci alle spalle timidezze e sbavature e si alimenti di consapevolezza e personalità. Le individualità ci sono, ma suona strano che siano Iling Jr e Fagioli, a questo punto della stagione bianconera, i trascinatori del gruppo, mentre Pogba e Di Maria, cioè i giocatori ingaggiati in pompa magna per svolgere questo ruolo, non siano pervenuti. Questa è la grande contraddizione della Juventus. Solo alla giovinezza non può essere addossata la responsabilità della ripresa bianconera. La strada è lunga e perigliosa e Madama ha bisogno di giovani e meno giovani, di un equilibrio che ancora non ha.


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