I tifosi Juve fanno dietrofront: ora vogliono Allegri

Il gruppo storico dei Viking: "Non vogliamo Motta o Conte". E Max torna l’uomo-simbolo
Massimiliano Gallo
4 min

Anche nella battaglia tra storytelling, Massimiliano Allegri colpisce in contropiede. Mentre da mesi media e influencer pompano la narrazione sul popolo juventino che non ne potrebbe più del calcio poco estetico di Acciughina e morirebbe dalla voglia di contare i passaggi consecutivi delle proprie azioni, succede invece che la tifoseria organizzata (o una parte di essa) cominci a far sentire in modo insistente il proprio appoggio per il tecnico livornese che di fatto è stato scaricato dalla società nonostante abbia ancora un anno di contratto. Il gruppo dei Viking ieri si è espresso su Instagram in maniera fin troppo chiara: «Roma, finale coppa Italia e Bologna ci saremo per vincere e dire che Motta e Conte non li vogliamo! Max portaci la coppa Italia!». Siamo nei dintorni di un nuovo caso Lopetegui, ovviamente con sfumature diverse. Non è la prima volta che i Viking fanno sentire la propria voce. Lo hanno fatto anche con lo striscione “Mister Allegri devi restare, al Mondiale con te vogliamo andare”.  

L'uomo Allegri

Chi conosce l'universo juventino e lo stadio lo frequenta, sostiene che allo Stadium tutta questa ostilità non si è mai percepita. Nemmeno nelle partite più grigie, come ad esempio lo 0-0 col Genoa. Il coro «Massimiliano Allegri...» è partito spesso nel corso della stagione. Le tifoserie organizzate hanno una propria logica, un proprio modo di ragionare. E per capire quel che sta accadendo, bisogna calarsi nella realtà del popolo juventino. Il tifoso bianconero si sente orfano. Percepisce questa dirigenza come un governo tecnico, arrivato lì per le disgrazie giudiziarie della dirigenza Agnelli. È una società avvertita come distante. Tanto per dirne una, Scanavino è tifoso del Torino. Ma non è solo questo. In una simile cornice, Allegri è percepito come l'uomo che ha messo la faccia sul complicato biennio bianconero. L'uomo che, nonostante i processi, le penalizzazioni, le critiche, non ha mai detto una parola. E ha raggiunto gli obiettivi. Certo non ha vinto, ma ha portato la squadra in Champions (lo aveva fatto anche lo scorso anno, al netto della penalizzazione) e al Mondiale per club. 

L'investitura di Giuntoli

Allegri è considerato un baluardo della juventinità. Uno di loro. Un mood che lascia un po' di preoccupazione in Giuntoli. Le responsabilità del futuro sono sulle sue spalle. L'ex ds del Napoli lo avverte eccome il peso dell'investitura di Elkann nella lettera agli azionisti: «Cristiano Giuntoli aiuterà a plasmare il futuro della Juventus». Nel mondo Juve non ha avuto molta presa il racconto intriso strappalacrime fatto la scorsa estate appena sbarcato a Torino: le trasferte in pullman a Torino con il padre bianconero. L'uomo, che non è affatto stupido, lo ha capito e ha afferrato al volo il tram del 5 maggio giornata storica per la juventinità con lo scudetto vinto sull'Inter all'ultima giornata. «Vorrei ricordare - ha detto pochi giorni fa - che oggi è 5 maggio ed è un piacere ricordarlo a Roma. Il dna Juve consiste nel centrare gli obiettivi, questo sarebbe un grande obiettivo, il futuro è nelle nostre mani». Sa benissimo che ora i tifosi si aspettano da lui altri Osimhen, Lobotka, Kim, Kvaratskhelia. Il mercato di gennaio, con Alcaraz e Tiago Djalò, ha lasciato molto a desiderare. Allegri non lo ha condiviso. È rimasto in silenzio a lavorare. A parlare e a farsi sentire ci hanno pensato i tifosi. 


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