Juve, la risoluzione con Allegri
Il licenziamento aveva, non a caso, due possibili chiavi di lettura: l’arrivederci in tribunale o una sorta di passaggio propedeutico alla riapertura della trattativa per una transazione. Alla fine, si è trovata una sintesi economica e Allegri, che aveva un contratto fino al 30 giugno 2025, dovrebbe aver accettato una cifra dai 4 ai 5 milioni di euro, a fronte di uno stipendio da 13 milioni lordi che arrivava a 20 includendo lo staff. Non ci sarà alcuna comunicazione ufficiale in merito: al netto delle indiscrezioni circolate, il vero importo resterà top secret come previsto anche dall’accordo.
Il saluto
La Juve, com’è noto, aveva allontanato Allegri dopo la vittoria in Coppa Italia alla presenza di Scanavino e di un legale, formalizzando all’allenatore 5 accuse in una lettera: dalle proteste con gli arbitri all’attrezzatura fotografica danneggiata rientrando negli spogliatoi, fino alla lite con il direttore di Tuttosport, la tensione con gli addetti alla sicurezza e il diverbio con Giuntoli proseguito sul pullman. Con la risoluzione di ieri, contestazioni e repliche finiscono nel dimenticatoio. A differenza del comunicato del 17 maggio, nella quale si evidenziavano comportamenti ritenuti «contrari ai valori del club», stavolta la Juve ha quanto meno «ringraziato Allegri per i risultati sportivi conseguiti nel corso degli anni alla guida della squadra, augurandogli il meglio per il suo futuro professionale». L’eredità di Max, comunque, va ben oltre qualsiasi frase di circostanza contenuta in una nota di congedo: è fatta di 12 trofei in 8 anni, di 407 panchine con il 67% di successi e di una capacità, riconosciuta dai tifosi bianconeri, di tenere saldo il timone in un mare in tempesta tra plusvalenze, mercato congelato, cambiamenti societari, casi doping e scommesse.