TORINO - Lo condannano le cifre: 6 palloni toccati in 45 minuti, 4 passaggi di cui 2 sbagliati e la sostituzione nell’intervallo. Vlahovic non segna dalla fine di agosto, una doppietta al Verona e poi stop. Settembre nero. Juve-Napoli segna l’apertura di un caso. Non sentirete mai criticarlo da Motta, le scelte pesano più delle parole. Per Thiago lo spogliatoio è sacro e i giocatori si proteggono, anche se Nzola a La Spezia finì fuori rosa e Arnautovic a Bologna non giocava. La stella di Zirkzee aveva abbagliato l’ex centrocampista azzurro. Uno splendido regista offensivo capace di segnare e mandare in porta i compagni. l’apriscatole di Motta che richiede una partecipazione totale al centravanti, non solo la finalizzazione. L’olandese è un 9,5 come Platini avrebbe detto l’avvocato Agnelli. Un altro tipo di attaccante.
Il dubbio, anzi la certezza, è che Vlahovic non abbia le stesse caratteristiche e la medesima inventiva. Ha bisogno che gli portino il pallone, è un animale da area di rigore, non un play avanzato. Ma il dibattito resta aperto all’interno del popolo bianconero. La Juve non lo assiste a dovere e Dusan non risolve da solo: 12 cross e 3 duelli persi, nel primo tempo della partita con il Napoli, raccontano che non sia mai arrivato per primo sulla palla, ogni volta anticipato da Rrhamani e Buongiorno. C’è un altro dubbio. Sono cambiati allenatori, moduli e compagni. Da Allegri a Motta, a due punte con Chiesa oppure con Yildiz e Nico Gonzalez sulle fasce, ma non sta cambiando in modo significativo il suo rendimento. Il serbo resta sospeso tra l’essere e il non essere considerato il centravanti ideale della Juve. E’ l’insostenibile leggerezza di Dusan.