I soldi e le opportunità fanno gli uomini felici, mentre cause e controversie li rendono acrimoniosi. Così Cristiano Ronaldo, l’uomo che nell’estate del 2018 atterrava in Italia con una dichiarazione d’amore per la Juve - «È stata una scelta facile, per me è una delle migliori squadre al mondo» -. ieri, cioè sei anni e mezzo dopo, con una battuta rivolta a un vecchio amico, ha voluto colpirla forse intenzionalmente. «Ti sei dovuto ritirare per andare in un grande club», ha detto a Szczesny dopo Polonia-Portogallo, partita di Nations giocata a Varsavia e vinta 1-3 dai portoghesi con un gol proprio dell’eterno CR7, 40 anni tondi tondi a febbraio.
Il saluto e le polemiche social
L’ex portiere della Juve aveva infatti annunciato il ritiro dalle competizioni prima di ricevere, da svincolato, l’offerta del Barcellona alle prese con la sostituzione dell’infortunato Ter Stegen. Tek e Cristiano si sono salutati in zona mista, mentre i figli del portiere raggiungevano il campione di Madeira per una foto ricordo. «Cri, ho firmato con il Barça!» gli ha detto Szczesny, in borghese. «Sì lo so - gli ha sorriso Ronaldo - sei contento?». «Molto!». A quel punto, Cristiano non ha resistito: avendo ancora il dente avvelenato con la sua ex, l’entusiasmo del collega dev’essergli sembrato come un assist a porta vuota. Immancabili le polemiche social: i tifosi (eufemismo) ovviamente non hanno gradito.
Ronaldo e il tribunale per il caso con la Juve
Se di sarcasmo - e non di semplice scherzo - dovesse trattarsi, le radici potrebbero essere proprio nei recenti fatti che hanno portato Ronaldo ad avanzare un’azione legale per la famosa manovra stipendi del periodo Covid (persi nel suo caso 19,5 milioni di emolumenti, 4 mensilità). Lo scorso 17 aprile il Collegio arbitrale condannò la Juve ha versare quasi 10 milioni (9.774.166 e 16 centesimi) sul già ricchissimo conto in banca del campione a titolo di «risarcimento danni per comportamento doloso» o comunque «per responsabilità precontrattuale», pur senza stabilire la validità o meno delle manovre. Il Collegio individuò anche delle responsabilità in capo a Ronaldo: il risarcimento fu infatti dimezzato e ridotto a 9,77 milioni perché il calciatore «ha contributo al danno» con una condotta «non immune da colpe», vedi l’assenza di dichiarazioni «destinate a ripristinare le sue spettanze» e la volontà di chiudere la vicenda senza formalizzare gli accordi di integrazione sugli appositi moduli «con il desiderio di non creare ostacoli alla trattativa per il suo trasferimento al Manchester». A maggio la Juve ha impugnato il provvedimento spiegando come gli arbitri abbiano «riconosciuto la validità dell’accordo di riduzione dei compensi» e «rilevato l’assenza di alcun accordo di integrazione concluso tra le parti».