© ANSA Oltre gli slogan, scopri Thiago il difensivista
Pensavo fosse Guardiola e invece era Trapattoni. Ovvero la potenza della pubblicità. Allestisci una tambureggiante campagna di comunicazione, indovina lo slogan e il prodotto è già bello che venduto. Il piacere è indotto. Importa zero che poi i consumatori scopriranno che il gusto non è cioccolato ma pistacchio. Piacerà lo stesso. Il cervello si è già adattato. I neuroni sono stati allenati dalla propaganda. È quel che è accaduto alla Juventus con Thiago Motta che in fondo è stato la prima vittima di una campagna distorsiva.
Per aumentare la contrapposizione al (presunto) vecchio calcio dell’obsoleto Allegri, il buon Thiago è stato pompato come profeta del nuovo football, alfiere del futurismo a forma di pallone. Basta coi numeretti e con il cliché del ruolo. Il vero calcio del 2024-2025 è occupazione degli spazi, rotazione continua dei centrocampisti. Terzini (ah che termine demodé) che fanno le ali. Attaccanti che coprono. Centrali difensivi che vanno a segnare.
Il suo arrivo a Torino è stato accompagnato da un’attesa di meraviglia. Poi, pian piano l’immagine del calcio champagne (do you remember Maifredi?) è andata progressivamente sbiadendo. In lontananza sono cominciati ad apparire strani oggetti che a più di qualcuno sembravano catenacci. Ma nessuno osava dirlo. Catenaccio forse no. Diciamo attenzione. Cautela. Allenatore accorto. Ecco, allenatore accorto suona benissimo.
Fatto sta che la sua Juventus dopo quattordici giornate è l’unica in campionato a non aver ancora perso una partita. Ed è la squadra che ha incassato meno gol: appena otto. Eppure non è in testa alla classifica. Anzi. È sesta. Perché è vero che è imbattuta ma è anche la squadra con più pareggi: otto. Di cui quattro per zero a zero. Non solo. Ma su quattordici partite disputate, la Juve di Thiago è rimasta imbattuta dieci volte. Solo quattro squadre hanno segnato ai bianconeri: l’Inter (nel 4-4), il Parma, il Cagliari e il Lecce. Per la serie: Bruno Bolchi scansati.
E se sabato la Juve non dovesse subire gol dal Bologna, Thiago Motta avrebbe stabilito un record. Mai i bianconeri nelle prime quindici giornate di campionato hanno registrato undici clean sheet (il termine inglese che equivale al nostro “senza subire gol”). Il che, sia chiaro, è un merito. Anche importante. Ma di questi tempi va detto a bassa voce perché pare che difendersi sia un reato. Il paradosso è che il record non è in linea con la campagna di presentazione del tecnico. Ma ormai è acqua passata.
La verità è che a Torino Thiago sta dimostrando di essere un allenatore preparato e di spessore. Si è lasciato scivolare addosso le pressioni mediatiche, ha seguito la propria traiettoria. E ha cominciato dalle fondamenta. Peraltro il suo sarebbe un record stabilito senza Bremer che si è infortunato a Lipsia. Non è un caso che con lui in campo, nelle prime sei giornate, la Juve in campionato non ha subito reti. Quindi no, Thiago Motta non è il nuovo che avanza, non è un avveniristico film di fantascienza ricco di effetti speciali. Ma è un ottimo film, di quelli tradizionali, con una sceneggiatura classica. E poco importa che il trailer prometteva tutt’altro.
