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In questa stagione di vistose e continue difficoltà, la squadra e la società hanno più che mai bisogno di un punto di riferimento assoluto che restituisca fiducia a una tifoseria sconcertata e delusa. Chi se non il Capitano?

Post di un tifoso juventino su Facebook: &quot;Al di l&agrave; del disastro con il Benfica, sapete che cosa mi ha fatto pi&ugrave; male mercoled&igrave; sera allo Stadium? Vedere Alessandro Del Piero commentatore per Sky Sport sul prato dello Stadium e non come dirigente della <a href="/squadra/calcio/juve/t128">Juve</a> sul prato dello Stadium&quot;. L&#39;osservazione &egrave; pertinente. Riflette un diffuso stato d&#39;animo in una tifoseria sconcertata e delusa che sperava fosse amo

Mercato sbagliato, infortuni e troppi esperimenti, con ben 51 formazioni provate dal tecnico in 32 partite: tutti i dettagli

INVIATO A TORINO -&nbsp;Zoff, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Bettega, Tardelli, Rossi, Platini e Boniek. Impossibile tornare alla filastrocca degli anni Ottanta e ai tempi del Trap, ma oggi mettere in fila gli undici di Thiago &egrave; diventata un&rsquo;impresa ai confini della realt&agrave;. Nessuno sa quale sia la formazione tipo della Juve, forse neppure il tecnico italo-brasiliano, ancora alla ricerca di una formula definitiva. Cambia e ricambia, sposta e aggiusta, rompe e ricomincia. Un&rsquo;idea chiara non esiste. Dopo sei mesi di lavoro, <a href="https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/serie-a/juve/2025/01/30-137974054/juve-benfica_le_pagelle_dei_bianconeri_weah_il_peggiore">il tonfo con il Benfica ha certificato la crisi</a>, accompagnata dai fischi dello Stadium. Siamo a fine gennaio, &egrave; come se fosse agosto. Lavori in corso, un cantiere aperto. Gli infortuni hanno contribuito, il mercato condiziona. Tutte giustificazioni plausibili, tranne una: manca un&rsquo;identit&agrave; precisa, la squadra non ha riferimenti certi, ora sta perdendo l&rsquo;anima e un filo logico. Il continuo rimescolio non giova. Senza stabilit&agrave;, il gioco non decolla. Si &egrave; visto poco, quasi mai. Un passo avanti e tre indietro. Va cos&igrave; da settembre e ora si ricomincia. Kolo Muani ha appena debuttato, domenica forse toccher&agrave; a Renato Veiga in attesa di conoscere Alberto Costa. Il popolo della Juve non si &egrave; certo annoiato nel tentativo di seguire Motta.

<h2>Juve, eccesso di duttilit&agrave;</h2>

McKennie, possibile esodato a luglio, &egrave; il simbolo della duttilit&agrave; e del calcio relazionale, come lo hanno definito a Coverciano trascurando il rischio del caos. L&rsquo;Italia di Spalletti all&rsquo;Europeo era caduta nella stessa trappola. L&rsquo;americano sinora &egrave; stato impiegato in sette ruoli diversi. Ha fatto l&rsquo;ala, il terzino, il mediano, il trequartista e il finto centravanti, giocando su tutte e due le corsie esterne. Gli manca di finire in porta o di riciclarsi da difensore centrale, poi prender&agrave; la laurea di universale. Per ora ha guadagnato la fascia, settimo capitano stagionale della Juve secondo la filosofia di Thiago, che tutto cambia, compresi i gradi. Il texano ha scavalcato persino Cambiaso, manifesto iniziale del progetto. La duttilit&agrave; &egrave; un pregio, a patto di non abusarne, altrimenti genera confusione.

<h2>Thiago Motta, sembra il tetris</h2>

Thiago non ha toccato molto il modulo, oscillando tra il 4-1-4-1 (versione Bologna) e il 4-2-3-1 con lampi di 4-3-3, ma si &egrave; scatenato come un piccolo chimico nell&rsquo;assemblaggio, quasi mai riuscito. Il Tetris della Juve. Un dedalo di combinazioni: dall&rsquo;inizio della stagione, il tecnico bianconero ne ha seminate sul campo la bellezza di 51. La grafica in pagina aiuta a seguire gli esperimenti, il &ldquo;viaggio&rdquo; di ogni singolo calciatore e la zona di campo in cui ha giocato almeno una volta. In 32 partite ufficiali tra campionato e Coppe, Thiago ha alternato 6 terzini destri, 5 terzini sinistri, 10 mediani (con varie coppie) e 15 fantasisti nel terzetto a ridosso del centravanti. Yildiz ha iniziato da numero 10, ha proseguito come ala sinistra, a Riyad &egrave; stato scoperto sulla fascia destra. Cambiaso ala o terzino. Stesso discorso per Weah, difensore con il Benfica e attaccante buono per ogni impiego, persino centravanti. La ricerca del vice Vlahovic si &egrave; conclusa con il prestito di Kolo Muani. Thiago ha giocato senza centravanti, sperimentando due volte il 4-6-0 o 4-2-4 (di fronte a Milan e Atalanta) con McKennie e Koopmeiners di punta.

<h2>Juventus, mercato deludente&nbsp;&nbsp;</h2>

I nuovi acquisti non lo hanno aiutato. La Juve voleva alzare la qualit&agrave; del centrocampo. Alla resa dei conti, Locatelli e Thuram si sono rivelati i due mediani pi&ugrave; affidabili. Il gap di fantasia &egrave; rimasto inalterato o quasi. Pesa il flop di Douglas Luiz. Koopmeiners non ha mai fatto la differenza e non ha trovato la collocazione ideale. Trequartista, mezzala o mediano? Fagioli, l&rsquo;unico regista autentico, si &egrave; perso. Acquisti alla rinfusa, forse &egrave; stata sbagliata l&rsquo;architettura pi&ugrave; dei giocatori e il mercato continua a trascurare l&rsquo;emergenza. Prendete<a href="https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/champions-league/2025/01/29-137960319/juve_il_saluto_dello_stadium_per_danilo_da_brividi_striscioni_in_un_momento_speciale"> il caso Danilo</a>: &egrave; uscito di scena a fine dicembre, prima che arrivassero i sostituti di Bremer e Cabal. L&rsquo;altra sera avrebbe fatto comodo. Quando si &egrave; fatto male Kalulu, Motta ha arretrato Locatelli. La difesa con tre centrocampisti su quattro non si era mai vista, ma &egrave; solo l&rsquo;epilogo di una mancata programmazione. L&rsquo;Inter di Inzaghi ha costruito il ciclo scudetto puntando su un modulo certo (3-5-2) e due giocatori per ogni ruolo. L&rsquo;epopea di Conte era nata con il timbro della BBC (Barzagli, Bonucci, Chiellini). La Juve di oggi sta partorendo un fallimento da romanzo di Pirandello. Uno, nessuno, centomila.

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La Juve è sparita, ecco cosa manca: tutti i dubbi di Thiago Motta

Leggi il commento sulla squadra bianconera e Thiago Motta

Thiago Notte. Doveva essere la rivoluzione del football. L&rsquo;avvento dello spettacolo in una piazza deturpata dal calcio utilitaristico (orrore!). Dopo sette mesi, la Juventus di Thiago Motta ha ottenuto il risultato opposto: la riabilitazione di Massimiliano Allegri. L&rsquo;impresentabile. L&rsquo;anti-calcio. Proprio lui, l&rsquo;uomo che ha vinto cinque scudetti di fila, che ha condotto la Juventus a giocarsi due finali di Champions. E che nell&rsquo;ultimo triennio, narrato come disastroso, ha portato a casa due terzi posti (uno virtuale, al netto della penalizzazione), un quarto e una Coppa Italia. Oggi, per un terzo posto, gli ormai pochissimi mottiani rimasti sparerebbero fuochi d&rsquo;artificio per una settimana di seguito.&nbsp;&nbsp;
Lo scorso anno, alla 22&ordf; giornata, la Juve di Allegri aveva 53 punti. Quanti il Napoli oggi. Era l&rsquo;unica rivale dell&rsquo;Inter rimasta in vita. Il club a gennaio gli prese in prestito i due sconosciuti Alcaraz (non il tennista) e Djal&ograve;.&nbsp;&nbsp;

Allegri &egrave; stato trattato come se fosse un impiegato delle Poste. Ha salutato con quella Coppa Italia che &egrave; rimasta l&rsquo;ultima vera serata da Juventus. Max se la gioc&ograve; con Nicolussi Caviglia titolare. Ridusse all&rsquo;impotenza l&rsquo;Atalanta di Gasperini. Si spogli&ograve;. Grid&ograve; &ldquo;dov&rsquo;&egrave; Rocchi?&rdquo;. E poi platealmente si scagli&ograve; contro Giuntoli l&rsquo;architetto del disastro. Fu un gesto d&rsquo;amore. L&rsquo;ultimo disperato tentativo di difendere la sua creatura: la Juventus. Sapeva cosa sarebbe accaduto. &Egrave; rimasto in silenzio in tutti questi mesi. Seduto lungo la riva del fiume. In settimana l&rsquo;hanno visto dal barbiere, sorridente (ma anche sofferente per la sua Juve). E ieri sera sui social, che per anni hanno vomitato di tutto su di lui, sono comparsi due hashtag inimmaginabili qualche mese fa: &ldquo;#Mottaout, #Allegriin.&nbsp;&nbsp; 
Il trattamento mediatico riservato ad Allegri e a Thiago Motta meriterebbe uno studio con esperti mondiali di comunicazione. &laquo;Ora con Thiago, Vlahovic ricever&agrave; cento palloni a partita&raquo;. &laquo;Chiesa torner&agrave; a essere un giocatore di calcio&raquo;. &laquo;La Juve finalmente diventer&agrave; dominante&raquo;. &laquo;Basta vittorie 1-0&raquo;. Non sapevano che il corto muso sarebbe stato sostituito dal record di pareggi. Potremmo continuare all&rsquo;infinito. Per Thiago Motta la Juventus ha speso come mai ha fatto per Allegri negli ultimi tre anni. Koopmeiners voluto a ogni costo: sessanta milioni. Trenta per Nico Gonzalez. Di Gregorio al posto di Szczesny e di Perin. L&rsquo;operazione Douglas Luiz che al momento somiglia a quella di Luis Silvio, il mistero brasiliano della Pistoiese dei primi anni Ottanta. Non ha badato a spese le Juventus. Poi ha speso male, ma questo &egrave; un altro discorso. I giocatori sono smarriti. Hanno perso le loro certezze. Tutti sono peggiorati. Mai una spiegazione: n&eacute; dal tecnico, men che meno dalla societ&agrave;. Il disco rotto dell&rsquo;alibi delle assenze. A Napoli &egrave; finita anche l&rsquo;imbattibilit&agrave;. La Juve di Thiago &egrave; in mare aperto: ora pu&ograve; accadere qualsiasi cosa.&nbsp;&nbsp; 
Vale la pena ricordare che alla 22&ordf; giornata la Juventus di Maifredi - l&rsquo;incarnazione del male assoluto bianconero - era quarta, a quattro punti dalla Sampdoria capolista (le vittorie valevano due punti).&nbsp;

Juve, anche i social rimpiangono


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