A volte ritornano. O, nel caso di Allegri, forse non se ne sono mai andati. I tifosi della Juve e Max, una storia di passione mai finita, interrotta bruscamente al termine della scorsa stagione con la vittoria della coppa Italia in finale, guarda caso, proprio contro l'Atalanta di Gasperini. Allora fu festa grande all'Olimpico (con tutti i fuochi d'articifio annessi e le polemiche tra Max e la dirigenza juventina), stavolta allo Stadium è buio pesto, che poi è la perfetta metafora della stagione di Thiago Motta vissuta tra chiaro (ben pochi) scuri (molto più numerosi).
Lo striscione per Allegri spuntato sul rigore di Retegui
Ed è così che il fantasma di Allegri aleggia ancora all'interno dello Stadium durante una delle serate più buie della recente storia juventina. Il 4-0 dell'Atalanta arriva sotto una valanga di fischi di disapprovazione di tifosi ormai stanchi di una squadra la cui costruzione sembra ancora in alto mare. Thiago Motta contestato, tifosi che vanno via anzitempo dallo stadio e cori per Allegri per far sentire ancora più colpevole una dirigenza, quella bianconera ovviamente, che ha deciso di rompere con Max al termine della scorsa stagione. "Uno di noi, Allegri uno di noi", il coro dei tifosi. Ripetuto, quasi martellante. E non solo. Perché al momento del rigore realizzato da Retegui ecco comparire alle spalle di Di Gregorio uno striscione che ritrae proprio l'ex allenatore. Le telecamere indugiano lì, quasi a voler girare il coltello nella piaga di una ferita mai rimarginata, almeno nei tifosi. Una notte da cancellare per Thiago Motta e la dirigenza della Juve.