In 127 anni di storia la Juventus ha esonerato solo sei allenatori a stagione in corso: tre a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 – Puppo, Brocic, Amaral e Carniglia – e due nel faticoso percorso di ricostruzione post Calciopoli, Ranieri nel 2009 e Ferrara nel 2010. Thiago Motta ha una possibilità sola per evitare di entrare nel libro sulla storia bianconera dalle note a piè di pagina: battere il Genoa dopo la sosta, il 29 marzo. Nessuno gli ha detto chiaramente che l’alternativa può essere l’esonero – di fatto queste sono scelte che non si programmano –, ma se la Juve non batte il Grifone il suo tecnico rischia tanto. Oggi la società gli ha comunicato ancora vicinanza e supporto dopo il pesante 3-0 di Firenze, successivo al 4-0 interno con l’Atalanta di domenica scorsa: fiducia per ragioni di opportunità (perché se salta Thiago, anche la dirigenza finisce in discussione agli occhi della proprietà), ma anche voglia di capire le ragioni di una stagione drammaticamente altalenante. Di sicuro, il dt Giuntoli e l’ad Scanavino vogliono togliere alibi alla squadra. Scaricare l’allenatore adesso genererebbe solo ulteriore caos, e la Champions è troppo importante per non rimandare tutti i conti e le analisi alla fine di maggio.