In uno scenario incerto, nel quale ogni programma societario sembra rinviato a un futuro prossimo o quanto meno al raggiunto di un obiettivo chiamato Champions, Cristiano Giuntoli ha già tre appuntamenti fissati in agenda. Riguardano il destino di tre titolari della squadra: Dusan Vlahovic, Weston McKennie e Federico Gatti. Tre patrimoni importanti da gestire, anche nel caso in cui si rendesse necessaria una cessione dolorosa per sistemare i conti.
Juve, il nodo Vlahovic
Vlahovic, riabilitato dalla cura Tudor dopo la grande depressione dell'ultima fase mottiana e ieri protagonista con due assist, ha sempre il contratto in scadenza nel giugno del 2026. Con uno stipendio da capogiro: guadagna circa 12 milioni netti, quindi 22 lordi, come nessun altro calciatore in questa Serie A. Nel corso della stagione Giuntoli ha già avuto almeno un paio di confronti con l’entourage del serbo, al quale non piace l’idea di una riduzione dell’ingaggio a fronte di un prolungamento. Evitato lo scontro, anche grazie all’arrivo del nuovo allenatore che lo ha rimesso al centro del progetto, la questione Dusan resta comunque irrisolta e pendente. La Juve proverà a sciogliere il nodo prima del Mondiale per Club. Potrà ancora puntare sul numero 9 oppure dovrà sfruttare la vetrina della rassegna iridata per cercare un acquirente disposto a spendere almeno 40 milioni a dodici mesi dalla scadenza del contratto? Le parti, oggi, sono distanti.
Juve, il futuro di Gatti e McKennie
Anche il
futuro di Gatti, fermo per la rottura del perone, risulta in stand-by. L’agente del centrale aspettava di incontrare il direttore tecnico della Juve tra fine febbraio e inizio marzo per adeguare lo
stipendio da 1,5 milioni annui del suo assistito, oggi il meno pagato (ma il più utilizzato) tra i centrali in rosa. Il tracollo del progetto di Motta e la rivoluzione alla Continassa hanno rimandato la decisione a giugno. L’ultimo prolungamento di Gatti, utile al club anche per ragioni legate all'ammortamento, c’era stato a ottobre 2023. La scadenza al 2028, nel suo caso, lascia a tutte le parti molta libertà di manovra. Non è da escludere neppure una cessione tra i 25 e i 30 milioni.
Poi c'è McKennie, destinato a mettere radici in bianconero, sorpreso (ma non distratto) dalla bufera scommesse che in queste ore lo ha coinvolto.
«Lui e Perin stanno bene e restano concentrati sulla Juve»,
ha rassicurato ieri Tudor. In estate l'americano era finito addirittura tra i nove esuberi destinati a partire: poi, una volta analizzate nel profondo le qualità dei centrocampisti a disposizione, Giuntoli e Motta hanno fatto un passo indietro, reintegrandolo nel gruppo con tanto di estensione di un anno dell'accordo in
scadenza a giugno 2025. Con il nuovo tecnico ieri ha giocato la terza partita - su tre - da titolare. Un prolungamento di altri due o tre anni, quindi almeno fino al 2028 o al 2029, appare quanto meno probabile. Al Mondiale negli Usa uno come McKennie potrebbe diventare, anche per ragioni commerciali, l’uomo simbolo della spedizione bianconera.
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