Deferimenti Juve, si fa largo un'eventualità clamorosa

Nodo calciatori, il ruolo di Chiellini e un “dolo” tutto da dimostrare: le responsabilità saranno chiarite nelle prossime ore
Deferimenti Juve, si fa largo un'eventualità clamorosa© ANSA
Giorgio Marota
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La procura della Federcalcio ha ascoltato i calciatori, spulciato la chat del gruppo WhatsApp “JuventusTeam” e ricostruito i rapporti di forza all’interno dello spogliatoio per capire chi sono gli influencer e chi gli influenzati. In via Campania sono certi di aver ricostruito i fatti più succosi della “manovra stipendi”, il secondo filone nato dalle 14 mila pagine dell’inchiesta della procura di Torino. A Giuseppe Chiné, procuratore della Figc, non resta che sciogliere un nodo, centralissimo: a che livello è il coinvolgimento dei tesserati che hanno firmato gli accordi privati mai depositati? Alcuni lo ritengono alto, con particolare riferimento all’azione di coordinatore dell’ex capitano Chiellini, uno di quelli che rischia di più. «Vi arriverà nei prossimi giorni un foglio che vale tutto e niente» scriveva ai compagni, illustrando l’accordo.

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Calciatori

E gli altri? Sapevano che firmando quei fogli avrebbero forse messo in discesa un’operazione considerata «fraudolenta» dagli inquirenti, nata con l’obiettivo di aggiustare le perdite relative alle stagioni 2019-20 e 2020-21? La risposta tra lunedì e martedì, intanto gli interrogatori sono proseguiti anche ieri. Hanno tutti firmato con agenti e avvocati al seguito, e questo è un punto a favore di chi li vorrebbe deferiti (e portati in tribunale) al pari dei dirigenti. Eppure la vicenda ruota proprio attorno al concetto di consapevolezza. Se l’operazione fosse legittima, allora il problema neppure si porrebbe. Se invece la manovra fosse andata oltre il limite del consentito, con tanto di date degli accordi modificate per spostare ingenti somme di denaro da un esercizio all’altro, allora Rabiot, Szczesny, Bonucci, Cuadrado, ma anche calciatori non più in rosa come Arthur, McKennie, Bentancur, Bernardeschi, finirebbero sul banco degli imputati insieme ad Agnelli, Paratici e agli altri dirigenti. L’accordo dovrebbe aver riguardato 23 tesserati per il 2019-20 (inclusi Sarri e Dybala) e 17 per la stagione successiva; di questo filone fanno parte anche le cosiddette “false fatturazioni” con gli agenti, il secondo tempo della stessa partita. Poi ci sono le partnership con le altre squadre, un possibile terremoto giudiziario (terzo processo sportivo) ancora indefinibile nelle sue conseguenze poiché le procure di sei città, da Bologna a Genova, passando per Cagliari, Bergamo, Udine e Modena, stanno indagando. Una volta finita la fase istruttoria, potrebbero nascere altre “inchieste Prisma” in tutta Italia; con una specifica, che vale la pena ricordare: la Juve non è mai stata condannata per delle singole trattative (“il mercato è libero” hanno stabilito due tribunali nella primavera del 2022), bensì ha ricevuto la stangata del -15 (il 19 aprile al Collegio di Garanzia capiremo se definitiva) perché accusata, a causa delle intercettazioni e del “libro nero”, di aver creato un «sistema», che nel caso andrebbe dunque rintracciato pure qui.

Patteggiare

«La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto» dice il codice di giustizia sportiva. E sarà questo il cuore della vicenda stipendi, con il primo processo entro la fine di aprile. La Juve potrebbe ricevere una multa maxi-milionaria, oltre a penalizzazioni in termini di punti per violazione degli articoli 4.1, 31 e 14 comma c; quest’ultima è una circostanza aggravante («aver indotto altri a violare norme e disposizioni federali»). L’eventuale consapevolezza dei calciatori sarebbe punita dal 31.8, e cioè con una «squalifica di durata non inferiore a un mese». Nel frattempo, si fa largo un’eventualità clamorosa: una volta che Chiné avrà messo nero su bianco i capi di incolpazione, chiedendo alle difese delle memorie prima di far partire il deferimento vero e proprio, la Juve potrebbe anche decidere di patteggiare. Presto per dirlo, ma ieri è circolata questa ipotesi prevista dall’art. 127 del Codice: dopo il deferimento, infatti, «l’incolpato può accordarsi con la procura per chiedere all’organo giudicante l’applicazione di una sanzione ridotta» che può essere diminuita fino a un terzo di quella prevista nel caso in cui si procedesse in via ordinaria. Certo, sarebbe un’ammissione di colpevolezza. E la Juve, fin qui, ha sempre professato a gran voce la propria innocenza. 


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