Lazio, Lotito: "Io presidente-tifoso. Un giorno società a mio figlio"

Il presidente biancoceleste è pronto a festeggiare i 120 anni del club: "Lavoro per dare un futuro a chi ama questi colori"
Lazio, Lotito: "Io presidente-tifoso. Un giorno società a mio figlio"
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ROMA - Ci siamo, è tutto pronto per il compleanno della Lazio. Sono 120 anni di storia, che tutta la squadra stasera festeggerà all’interno di Castel Sant’Angelo. Cena, torta e brindisi aspettando la mezzanotte, il 9 gennaio. Tutto diretto dal presidente Claudio Lotito, dal 2004 al timone della società più antica di Roma. Ai microfoni di Sky Sport per uno speciale che andrà in onda proprio in occasione dell’anniversario, il patron ha commentato ricordando il suo insediamento: “Ho fatto cose che ad oggi non sarei in grado di ripetere. Dissi di aver preso una squadra al funerale e di averla portata in una condizione di coma irreversibile e che puntavo a far diventare reversibile. Questa società non ha mai avuto un proprietario, in alcuni casi c’era pure il problema delle trasferte. In passato qualche tifoso ha interpretato male questo ruolo, sentendosi in diritto di decidere cose della società. Il motivo? Perché prima sono stati in qualche modo coinvolti”. Poi il messaggio d’amore per la squadra: “Amo dire che sono un presidente-tifoso e non un tifoso-presidente. Ho sempre cercato di mantenere in piedi un sistema che avesse la responsabilità della conduzione. Gestisco anche negli interessi degli altri, non sono una cicala che oggi esiste e domani no. Questa società la devo tramandare, spero che un domani sia mio figlio a proseguire questo percorso. Io devo fare in modo che tutti coloro che si identificano con questi colori abbiano la certezza di un futuro”.


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