Lazio, Sarri: "Il ko a Napoli? Nel riscaldamento sapevamo già di perdere"

Il tecnico biancoceleste è tornato a parlare della pesante sconfitta al Maradona: "Il problema non è tattico, ma di energie mentali"
Lazio, Sarri: "Il ko a Napoli? Nel riscaldamento sapevamo già di perdere"© © Marco Rosi / Fotonotizia
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FORMELLO - Lazio chiamata a riscattare la batosta di Napoli. C'è l'Udinese all'Olimpico, un match da non sbagliare per tornare a fare punti e rimanere attaccati al treno Europa e rispondere a Juve e Fiorentina. In conferenza stampa, Maurizio Sarri ha parlato del momento dei suoi e non solo: "Luca Gotti è un ragazzo di una intelligenza non comune, al Chelsea lo ascoltavo tanto, non faceva mai considerazioni banali. La partita sarà dura, l’Udinese fuori casa non ha concesso tantissimo. Parliamo di una squadra fisica e di una partita difficile. Penso di vincere le partite e le difficoltà sono evidenti. Abbiamo fatto tre partite dopo nazionali e tre punti, dopo l’Europa League quattro punti. Nelle restanti ne abbiamo 14. Se si guardano partite normali abbiamo una bona media punti, le restanti sono da media salvezza. Fatte buone partite e altre scariche dal punto di vista nervoso. Nel calcio di oggi è una problematica importante, non come una volta. Cerchiamo di capire i motivi e il resto, ma non è semplice. Bisogna avere anche le idee chiare. Il Liverpool con Klopp non vinse subito. Il primo anno fece undicesimo, il secondo anno ottavo. Serve una visione più ampia. Non sono Klopp, questo è chiaro. Il problema non è tattico. La squadra è passiva e perdi, la tattica non c’entra. Serve ricaricarsi dopo momenti faticosi e in questo momento a volte ci riusciamo, altre no. In maniera inconscia succede, sabato ho visto un allenamento attento. Parliamo di un problema inconscio. Domenica, durante il riscaldamento sapevamo già di perdere. Mi ha dato un senso di frustrazione”.

Sarri tra calendario e il mercato

“Nelle ultime 4 partite in casa presi tre gol su rigore. Noi italiani siamo maestri nel dire “si fa una cosa male, cambiamo”. E invece le cose vanno aggiustate. C’è da mettere apposto questo. Felipe Anderson? Se avessi il telecomando era già riattivato. Ha grandi doti, ma un carattere limitato forse per la sua sensibilità. E diventa fragile. Difficile fare anche delle scelte su di lui, se lo togli rischi di perderlo del tutto o il contrario, rischi di mandarlo in campo. Dura metterlo fuori, è un potenziale fuoriclasse. Un difetto ce l’ha, altrimenti non era qua. Il calendario? Quando si gioca molto, si gioca male. Frustante per noi allenatori, che siamo diventati registi, che guardi solo filmati. Questo poco tempo a disposizione non piace, ad altri forse sì. Ma serve il giusto tempo per preparare la partita e avere così la goduria in campo. Io questo mestiere l’ho fatto anche senza guadagnare. Il calendario va rimodulato, così è difficile. Sul mercato non so che dire. Non ho parlato con la società di nomi, ma solo di necessità. Bisogna fare una riunione per fare una programmazione di due-tre finestre. Se si fanno due tre acquisti a mercato si può fare una squadra seria”.

L'analisi alla squadra

"A livello societario non c’è pressione di risultato da fare domani. Hanno idee che portano avanti. A livello mediatico mi interessa il giusto, io sono estraneo da tutto e tutti. Guardo la tv e se vedo verde proseguo, se vedo uno studio cambio. Reina e Strakosha? Valutazioni continue, per ora è così. Perché se Pepe prende 3-4 gol non va cambiato, o Thomas fa l’errore in Coppa non deve giocare più. Entrambi giocano, vediamo più avanti se qualcosa cambierà. Marusic ha fatto più visite che allenamenti. Stamane ha fatto altri test per capire il punto di partenza e da oggi va in doppia seduta. Il problema del gol c’è stato in poche partite. Due attaccanti esterni hanno fatto 8 reti nelle varie competizioni, poi hanno segnato Milinkovic e Luis Alberto. In alcune partite ci viene poco il movimento senza palla e diventiamo sterili. Con la Juve tutti volevano la palla addosso e diventa dura essere pericolosi. Il problema è gestire meglio alcune situazioni. Abbiamo anche l’arma delle ripartenze che a volte le facciamo bene, altre no. Luiz Felipe è squalificato e Patric è l’unico destro che abbiamo in questo momento. Vediamo se ci sono indicazioni diverse. Dopo una partita come quella di Napoli pensi che vorresti cambiarli tutti o altrimenti ridare la chance a qualcuno. Al Maradona non abbiamo giocato come accaduto in altre partite. La responsabilità è solo collettiva”.


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