ROMA - Pino Wilson se ne è andato all’improvviso. Addio allo storico capitano dello scudetto della Lazio del 1974, quello di Maestrelli, Chinaglia e tutti gli altri ragazzi rimasti leggenda. Un ictus la causa della morte. Incredulità in tutto il mondo biancoceleste. Pino, 76 anni, era rimasto legato al mondo Lazio in maniera indissolubile. Undici anni con l’aquila sul petto, sempre in prima linea, con 309 gare con la fascia al braccio. Tre presenze anche con la Nazionale, con cui partecipò al Mondiale del 1974. "Wilson per sempre uno di noi", si legge sui social con i tifosi in lutto. Wilson verrà tumulato nella stessa cappella della famiglia Maestrelli, al cimitero di Prima Porta, a Roma, dove già riposa Giorgio Chinaglia. Insieme per sempre.
La storia di Pino Wilson
Pino arriva alla Lazio nel 1969, insieme a Chinaglia, dall’Internapoli. Con Maestrelli nasce fin da subito un legame incredibile. Insieme vincono il primo scudetto del 1974, rimasto per sempre nella storia della Lazio. Per le generazioni a seguire, Wilson è rimasto comunque ‘Il Capitano’. In carriera, oltre al tricolore con i biancocelesti, ha vinto un campionato NASL (con i Cosmos), e una Coppa delle Alpi, sempre con la Lazio, nel 1971. Chiude con il calcio nel 1980.
Camera ardente in Campidoglio
La camera ardente di Wilson sarà aperta in Campidoglio presso la Sala della Protomoteca domani, lunedì 7 marzo, dalle ore 10 alle ore 18. L'ingresso dalla scalinata del Vignola sarà consentito alle persone munite di Green Pass e nel rispetto della vigente normativa sulle misure riguardanti il contrasto e il contenimento del virus. E' richiesto l'uso di mascherina Ffp2.