ROMA - La road map del futuro in casa Lazio, mentre niente cambia e tutto si muove, prevede i prossimi due mesi ad altissima intensità. L’Europa da centrare e una rivoluzione all’orizzonte con diversi rebus da risolvere. La società sta preparando il terreno, anche se poi le mosse e le decisioni matureranno tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, a cominciare dal rinnovo del contratto di Sarri, passaggio inevitabile (e rimandato a lungo secondo abitudini lotitiane) per accompagnare il piano di mercato introdotto nell’incontro del 6 aprile a Formello. Al momento si esclude l’ipotesi di un divorzio e di un nuovo allenatore, ma sono parole: la sintonia e gli accordi andranno verificati in concreto tra una ventina di giorni. Lotito, peraltro, deve decidere se programmare il futuro o improvvisare un anno alla volta. Anche la dirigenza (Tare e Bianchessi) è in scadenza nel 2023.
Sarri e il piano di mercato della Lazio
Le voci di possibili novità sono ricorrenti e non hanno mai trovato sponde o conferme a Villa San Sebastiano. Milinkovic andrà via e la Lazio dovrà trovare dei nuovi pilastri. Leiva è vicino all’addio, potrebbe andare via Acerbi. Romagnoli poteva diventare il primo colpo del nuovo corso, ma si è allontanato e forse rinnoverà con il Milan. Negli ultimi giorni ha ripreso consistenza l’interesse per Gian Marco Ferrari, 30 anni, centrale mancino in possibile uscita dal Sassuolo, peraltro preferito dal ct azzurro Mancini al rossonero. E’ un’opzione. Vedremo. Di sicuro Sarri avrà bisogno di tre o quattro acquisti sicuri, di livello, e di giovani da inserire. Lotito dovrà riuscire a realizzare l’impresa contenendo i costi e abbassando il monte stipendi. Serviranno buone idee, competenza e scelte aderenti alle richieste dell’allenatore.