Lazio, Luis Alberto mania: ora si decide il futuro

Gol da incorniciare, prestazione record e una leadership più forte: con Sarri alti e bassi, ma si potrebbe ripartire da lui
Luis Alberto: 3.003’ in campo© LAPRESSE
Daniele Rindone
4 min

ROMA - Luis Alberto, Luis Abatino. Per nome e per eleganza può essere chiamato così. Sono da enciclopedia del calcio i suoi top gol e i suoi colpi, attengono agli Abatini di “breriana” memoria. Il gol gioiello, segnato davanti ad uno stadio vicino alla tracimazione per la suggestione, è l’attimo che ferma il tempo. Classe pura quella rifinitura, coniugata alla potenza della corsa che l’ha lanciato in porta, buggerando Audero con la suola e Ferrari col tunnel. Di golazi del Mago se ne ricordano vari. In primis quello contro la Spal a Ferrara, con dribbling alla Zidane, era il 2018.

Le celebrazioni

Luis è stato celebrato da laziali e non, anche la Lega di A ha reso omaggio alla sua prodezza ad “alto contenuto magico”, è la frase che ha accompagnato il video, in sottofondo c’era la colonna sonora del maghetto Harry Potter. Sarri, faticando, è riuscito a fondere il genio del dottor Jekyll e la sregolatezza di Mister Hyde. Campo e fuori campo, la gestione del Mago è stata difficile ad inizio stagione, col passare dei mesi anche Sarri ha capito di dover sorvolare su alcune reazioni: «Luis ha capito che se ho qualcosa da dirgli gliela dico in faccia, all’inizio gli sembrava strano, ora sa come sono fatto e io so come è fatto lui, è un tipo particolare ma molto intelligente», spiegò il Comandante a novembre. I numeri. Luis e Milinkovic stanno facendo anche le sue fortune in quanto ad assist e gol. Luis è salito a quota 5 reti e 10 assist, ha segnato e fornito assist in 10 partite diverse in campionato considerando le ultime 5 stagioni (di più solo Çalhanoglu, 12 partite). Milinkovic è a 10 reti e 11 assist. E’ un bottino fantastico. Sarri sa che perderà Sergej, non sa quale futuro attende Luis. Ad inizio e metà stagione forse avrebbe barattato la sua partenza con l’arrivo di un giocatore più gestibile, oggi no pensando all’addio del Sergente. Il Comandante ieri ha dribblato l’argomento futuro, le domande legate alla permanenza del Mago: «Con Luis ho un rapporto normale, ci possono essere discussioni, è fisiologico. Il gol riunisce tanta roba… l’elevata qualità tecnica, la lucidità mentale». I dubbi sul futuro saranno dissipati solo in estate, la Lazio dovrà pur ripartire da alcuni punti fermi. Vero è che ogni offerta ghiotta sarà valutata. Luis non parla di futuro dall’inizio dell’anno: «Ho ancora tre anni di contratto. Resterò finché vorranno», aveva detto a gennaio. A febbraio, salvo poi rettificare, s’era spinto verso il rientro in Spagna: «Vorrei tornare, prima o poi».

Il leader

E’ un altro Luis, per quanto a volte cada in tentazione e ricaschi in certi atteggiamenti. Corre di più e continua a inventare. I numeri registrati contro la Samp sono stati gran numeri: 5 tiri, 3 occasioni, 87,1% di passaggi riusciti, 6 cross, 94 palloni giocati, 5 possessi guadagnati. E’ tra i capitani, terzo vice di Immobile. Nelle ultime settimane la sua leadership è aumentata. Sabato, dopo l’intervallo, è stato tra i giocatori intervenuti per caricare la squadra, riunitasi a cerchio. Prima ha parlato capitan Ciro, poi Luis. A fine aprile aveva invitato i compagni nella villa dell’Olgiata acquistata da Stankovic, era stata organizzata una serata “flamenca”, utile anche per rasserenare il gruppo dopo la sconfitta col Milan. Canti e balli, a fine galà Luis aveva omaggiato tutti i compagni con un sombrero. Olè.


© RIPRODUZIONE RISERVATA