Lazio, offese razziste allo steward: la condanna di Di Maio e della società

Gli insulti sono partiti da un tifoso della Curva Nord: l’addetto alla sicurezza dello stadio è stato costretto ad allontanarsi. Il ministro: "Vigliacchi!"
Lazio, offese razziste allo steward: la condanna di Di Maio e della società© BARTOLETTI
Daniele Rindone
3 min

ROMA - Il tributo d’amore dei 55.000 laziali dell’Olimpico non può essere sfregiato così, dai pochi che insistono nel perpetrare atteggiamenti discriminatori. E’ insorto il ministro Di Maio, è insorta la Lazio per condannare l’episodio gravissimo avvenuto sabato sera in Curva Nord e portato alla luce da un video social. Uno steward di colore ha subito un’aggressione verbale, razzista. Nella clip è inquadrato mentre è posizionato sulla pista di atletica, ha lo sguardo verso il settore. «Cosa ti guardi pezzo di m....? Ti rimandiamo col gommone a casa tua», gli viene urlato da un ultras mentre la Curva intona cori offensivi contro Lotito. Il ragazzo resiste, prova ad accennare una reazione, vuole restare sulla pista e continuare il suo lavoro. Il clima si fa bollente, per evitare ulteriori conseguenze intervengono alcuni colleghi, lo invitano a lasciare il settore, alla fine è costretto a farlo. Lo steward esce indicando il colpevole, si allontana mortificato, cammina nervosamente, gesticola. Parte l’insulto razzista: «A negro di m....», ripetuto più volte. Lasciato lo stadio, ha inoltrato denuncia.

Le reazioni

Il caso ha fatto il giro del web, ha provocato sentimenti di condanna anche dai tifosi laziali. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha postato un messaggio durissimo su Facebook: «C’è chi lo chiama tifo e li definisce tifosi. No, gli autori di questi insulti razzisti, rivolti a un ragazzo a bordo campo allo stadio Olimpico, sono solo vigliacchi. Vigliacchi, ecco cosa siete. In Italia non c'è spazio per queste discriminazioni e per quest’odio. Non è tollerabile alcuna forma di razzismo, serve la ferma condanna di tutti, senza esitazioni. Massima solidarietà. Lo sport, il calcio, è un’altra cosa!».

La società

La Lazio si è dissociata subito. Ha diramato un comunicato di ferma condanna, viene fatto riferimento anche a slogan antisemiti, l’episodio si riferirebbe a slogan rivolti contro la Sinagoga e legati alla rivalità con i tifosi romanisti, si udirebbero in un video: «Sui cori razzisti e gli slogan antisemiti come quelli riportati in queste ore su alcuni siti e quotidiani - si legge nella nota del club biancoceleste - la Società Sportiva Lazio si è sempre espressa con chiarezza: non meritano commenti e vanno condannati senza mezzi termini. Per questo condividiamo pienamente anche le considerazioni del ministro Di Maio. La Lazio, infatti, ha già da anni attivato tutte le iniziative e le misure possibili per prevenire e reprimere questi fenomeni. Anche in questo frangente la Società si è già attivata con il proprio servizio di sicurezza, insieme alle autorità preposte, per individuare e perseguire i responsabili che, con i loro comportamenti, danneggiano gravemente l’immagine di tutto il calcio e di chi tifa con vera passione». La società, in collaborazione con lo steward offeso nel video, si è attivata per individuare subito i colpevoli. Saranno visionati ulteriori video, quelli registrati all’interno della Curva Nord. Un tifoso del settore era già stato individuato sabato sera per aver scavalcato le barriere.


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