Lazio, nessuno come Immobile nella storia della Serie A

L’Olimpico ha celebrato il successo di Ciro davanti a Vlahovic e Lautaro. Quattro titoli dei marcatori: nuovo record per un italiano, solo Nordahl lo precede con 5 vittorie
Immobile resta© ANSA
Fabrizio Patania
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ROMA - Nessuno come Ciro nella storia della Serie A. Quattro volte re dei marcatori. Lo precede solo Nordahl, mitico svedese del Milan: cinque titoli negli anni Cinquanta. Non esiste un centravanti italiano che in passato abbia saputo realizzare la stessa impresa di Immobile, questa volta finito davanti al celebratissimo Vlahovic e all’argentino Lautaro Martinez. Nel 2020, quando riuscì a imporsi in Europa riportando la Scarpa d’Oro in Italia dopo tredici anni, si era piazzato davanti a Ronaldo e Lukaku. Due anni prima, chiudendo il campionato con un infortunio muscolare, venne raggiunto all’ultima giornata da Mauro Icardi. Primo posto ex aequo a quota 29 gol. Tre titoli con la Lazio, solo una volta in corsa per lo scudetto. Immobile aveva vinto la classifica dei marcatori anche nel 2013/14, con la maglia del Torino, precedendo Toni (quasi a fine carriera con il Verona) e lo juventino Tevez

I più grandi

Così ha staccato le leggende. Platini (Juve), Meazza (Inter), Riva (Cagliari), Boffi (Milan), Signori (Lazio) e Pruzzo (Roma) gli altri attaccanti capaci di vincere in tre diverse stagioni il titolo di bomber della Serie A. Se l’Italia non lo ha celebrato e coccolato come avrebbe meritato e se Ciro in azzurro, pur vincendo un Europeo, non ha avuto la stessa continuità o non è quasi mai riuscito a esprimersi agli stessi livelli toccati in campionato con la Lazio, resta l’albo d’oro come testimonianza più fedele del suo valore. Perché in Serie A ha fatto meglio di tutti i centravanti più forti nella storia del calcio italiano. Silvio Piola, Luca Toni, Totò Di Natale, Roberto Boninsegna ed Ettore Puricelli vinsero due volte la classifica dei marcatori. Tra gli stranieri doppiette per Ibrahimovic, Shevchenko, Icardi e Nielsen. E poi basta ricordare alcuni tra gli altri nomi più importanti: Rivera, Chinaglia, Graziani, Rossi, Giordano, Totti, Bettega, Virdis, Serena, Vialli, Del Piero, Savoldi, Valentino e Sandro Mazzola sino ad arrivare a Vieri, Lucarelli e Quagliarella si sono imposti una volta in carriera. 

Trenta a stagione

C’è un dato curioso accostando Immobile ai plurititolati. Pruzzo e Paolo Pulici non sono mai stati protagonisti in azzurro. Signori, al Mondiale ‘94, per trovare posto con Sacchi accettò di giocare come centrocampista di fascia sinistra. Il ct Mancini spera di non perdere Ciro, ora fermo per un infortunio al malleolo, e continuerà a convocarlo dopo l’estate, quando l’Italia proseguirà in Nations League e si preparerà al girone di qualificazione per l’Europeo 2024 in Germania (sorteggio il 9 ottobre a Francoforte). Scamacca e Raspadori devono crescere, confermarsi e segnare tanti gol, possibilmente in un grande club, per scalzarlo. Ciro quest’anno ha chiuso con una media altissima: 27 reti in 31 presenze e ha saltato 7 partite in campionato. Il conto personale in Serie A è salito a quota 182 gol in 291 presenze. Stesso bottino con la Lazio comprese le coppe: 182 centri in sei stagioni. Oltre 30 all’anno. L’estate scorsa, salutando Inzaghi, si era fermato a 150. Sabato notte l’Olimpico lo ha celebrato e applaudito. Era in campo con Giorgia, Michela e Mattia, i suoi figli. Sul profilo Instagram foto con didascalia. «Orgoglioso della Lazio. Con la mia gente». Sullo sfondo, la Curva Nord.


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