ROMA - Danilo Cataldi è ormai grande. A quasi 28 anni (li compirà il prossimo 6 agosto) si appresta a diventare uno dei leader della sua Lazio. “Gioco qui da quando ho 12 anni. Ogni giorno è una cosa speciale. A Formello conosco qualunque cosa, per me è una seconda casa. Indossare questa maglia è qualcosa di speciale, per l'ambiente, i tifosi, la fede. Ti entra dentro e difficilmente riesci a toglierlo. Spero di raggiungere traguardi importanti con la Lazio. Ho sempre voluto diventare un simbolo per questa gente e un punto di riferimento per i nuovi ragazzi che entrano a far parte della squadra. Non ho idoli, ma ricordo che quando avevo 5 o 6 anni la Lazio era una delle squadre più forti del mondo, con giocatori straordinari e di grande personalità”, le sue parole rilasciate al canale YouTube della Lega di Serie A.
La voglia di Cataldi
“I calciatori preferiti? Per l'eleganza ricordo in Serie A Zidane, ma qui ho avuto un grande maestro, Lucas Leiva che ho ammirato professionalmente e umanamente. Gli idoli qui diventano "relativi" perché le persone con cui passi ogni giorno diventano poi quelle con cui leghi di più. Mi vedo regista, ruolo che ora richiede più mansioni: con Sarri lavoriamo sia con la palla che senza. Lui non è uno di tante parole, ma si fa capire. Ha dimostrato sempre di essere un grande allenatore. Avevamo un modo di giocare totalmente opposto prima che arrivasse lui, all'inizio è stata dura. Nel DNA della Lazio c'è questa voglia di non mollare mai, come dice anche il nostro inno. Gli ultimi 2 mesi dello scorso campionato sono stati più positivi, abbiamo avuto continuità, con partite sempre in crescendo, centrando anche l'Europa League”.
La voglia di Danilo
“Cosa cambierei della scorsa stagione? Qualche partita, soprattutto il derby che qui rappresenta tutto. Quest'anno cercheremo di portarlo dalla nostra. Il gol contro il Cagliari? Ricordo questa palla da dietro, avevo 7/8 giocatori davanti, è stato difficile ma è andata bene. Ad Auronzo si suda, ma i tifosi sono stati magnifici, ci seguono ovunque. Ogni anno in quel posto viene tanta gente e questo crea un ambiente ideale. Obiettivi? Centrare la Champions. Sarà un campionato particolare, potrà succedere di tutto. La vita mi è cambiata radicalmente con l'arrivo di mio figlio. Ho una famiglia numerosa, ho tanti tifosi speciali a casa. Mio figlio è un piccolo lazialotto, viene allo stadio, vuole venire agli allenamenti, si mette la maglia della Lazio. Ho sempre desiderato una famiglia e lui è stata la gioia più grande. Il gol su punizione a quale partita lo feci? C'è solo una risposta…”.