Romagnoli e Mihajlovic, intreccio del cuore all'Olimpico per Lazio-Bologna

Appuntamento da brividi: Alessio debutta in casa con la maglia biancoceleste e ritrova l'allenatore che lo portò alla Samp e poi lo volle al Milan
Romagnoli e Mihajlovic, intreccio del cuore all'Olimpico per Lazio-Bologna
Fabrizio Patania
4 min

ROMA - C’è qualcosa di mistico e non spiegato nel calcio e nei labirinti del calendario. Alessio Romagnoli, maglia numero 13 di Nesta, debutta domenica all’Olimpico con la Lazio, la squadra del cuore, di fronte al Bologna di Sinisa, un idolo della Curva Nord e un combattente della vita (non solo nell’ultimo, tremendo, periodo), forse l’allenatore più importante della sua carriera. Chi lo avrebbe mai immaginato? L’ex capitano del Milan è un po’ come se fosse il regalo inconsapevole di Mihajlovic alla Lazio, perché lo pretese in prestito alla Sampdoria nel 2014/15, la stagione della svolta: 30 presenze e 2 gol sotto la sua guida e il trasferimento nell’estate successiva al Milan, da cui si è appena separato dopo sette anni, 247 presenze, 10 gol (è un difensore che segna) e riconsegnando la fascia di capitano ereditata da Bonucci.

Pressing

Mihajlovic se lo portò dietro, convincendo Berlusconi a investire 25 milioni per strappare il cartellino alla Roma, nel cui vivaio il centrale di Anzio era cresciuto. «Anche a me piacciono le fragole, ma non devono costare come le fragole» raccontò Sinisa nell’estate 2016, quando il club giallorosso resisteva e la trattativa s’era inceppata. «Sono tanti soldi per un giovane di prospettiva». In una fase successiva, avrebbe raccontato l’opera di persuasione esercitata nei confronti di Berlusconi. «Senza di me Romagnoli non sarebbe mai venuto a Milano, nessuno avrebbe voluto spendere 25 milioni. Quella cifra era ritenuta esagerata, ma in prospettiva non lo sarebbe stata. Convinsi il presidente. Pensava costasse troppo. Gli dissi che se avesse rivenduto Romagnoli per meno di 25 milioni avrei messo io la metà. Se lo avesse rivenduto per una cifra superiore, avremmo fatto a metà. Mi sembra sia arrivata una proposta del Chelsea pari al doppio di 25».

Rapporto

La stagione non si concluse bene, anzi. Berlusconi esonerò Mihajlovic, affidando il Milan per la finale di Coppa Italia a Brocchi. Alessio si spese per il suo allenatore. «Per me è stato fondamentale alla Samp e in rossonero. Spero di continuare con lui e tutti la pensiamo come Abbiati (si espose dicendo sarebbe stato un errore esonerarlo, ndr). E’ un uomo sincero, una persona leale. Mi ha fatto crescere, mi ha insegnato tante cose». A Formello, nel giorno della presentazione, Romagnoli ha dedicato un pensiero a Mihajlovic. «Per me è stato sempre un vero punto di riferimento». Si abbracceranno in un ipotetico e ideale staffetta di lazialità, perché Alessio a Formello richiama progetti ambiziosi (ha parlato subito di Champions) e ha stimolato un entusiasmo sopito, provocando un tuffo nel passato. E’ come se Sarri, stesse lanciando un nuovo ciclo, capace di proiettare la Lazio, nell’arco dei tre anni, ai vertici del campionato. Lotito, senza porsi limiti, si è affidato alle idee, alla competenza, al lavoro del nuovo allenatore, per colmare il gap economico con le grandi.

Rilancio

Sarà l’alba di un Rinascimento anche per Romagnoli, 27 anni, ex grande promessa del calcio italiano finita nel cono d’ombra. Lo aveva svezzato Mexes alla Roma prima che s’infilasse nella scia di Bonucci e Chiellini, ma in azzurro con il ct Mancini è uscito quasi subito di scena senza diventare protagonista. Sarri e la Lazio, se Alessio troverà continuità, potrebbero davvero rilanciarlo. Per la prima volta si ritroverà a giocare sotto la Nord, da cui è stato eletto idolo nel 2018, quando evitò di festeggiare il gol su rigore che eliminò la Lazio di Inzaghi nella semifinale di Coppa Italia. «Ho sempre dato tutto per il Milan, ma sono anche tifoso della Lazio, non l’ho mai nascosto». Il suo sogno si avvererà domenica, nella notte di Ferragosto, abbracciando il maestro Sinisa. L’intreccio del cuore.


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