Lazio meno pericolosa, Sarri cerca la soluzione

Occasioni in calo: contro Fiorentina, Juventus e Verona soltanto quattro tiri nello specchio della porta
Lazio meno pericolosa, Sarri cerca la soluzione© Getty Images
Daniele Rindone
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ROMA - Le vie di tiro della Lazio non sono più infinite da quando San Ciro è in ambasce. Si sono ridotte ancora di più nelle ultime tre partite giocate contro Fiorentina, Juventus (in Coppa Italia) e Verona: un tiro nello specchio viola (il gol di Casale da corner), uno in quello della Juve, due all’indirizzo del Verona (entrambi nel primo tempo, nessuno nel secondo). E’ dall’inizio del 2023 che si è notata una tendenza al ribasso in quanto a pericolosità sotto porta e a media tiri: in campionato è scesa dal 4,6 a partita (dato registrato da agosto a novembre) al 2,8. Nelle prime 15 partite di campionato la Lazio aveva tirato 69 volte (percentuale del 55%), nelle successive sei (da Lecce-Lazio a Verona-Lazio) si sono contati 17 tiri (percentuale del 33%). E’ andata anche bene contando gli undici gol segnati nel 2023, sul conto pesa sicuramente il poker rifilato al Milan. Sui conti generali pesa soprattutto il saldo delle vittorie ottenute nel nuovo anno, solo due (per il resto tre pareggi e il ko di Lecce). Gli stop and go di Ciro e il suo ricondizionamento atletico hanno sicuramente limitato l’offensività della Lazio, oggi quarta anche per numero di gol segnati (37 come il Milan), ad inizio ottobre s’era segnalata come seconda squadra più prolifica. Nella classifica degli expected goals (la probabilità di un’opportunità che può diventare gol) la squadra è nona (28,03). Felipe Anderson, il “finto” sostituto di Immobile, ha sfruttato il più possibile le occasioni avute segnando contro Empoli, Sassuolo e Milan. Lo stesso ha fatto Zaccagni. Sono stati gol che hanno oscurato l’assenza e l’ennesimo rodaggio di Ciro, ma lì si sono fermati. I colpi di Casale e Pedro non sono bastati per sfruttare le occasionissime offerte dal calendario contro Fiorentina e Verona considerando la risalita della Roma e gli stop di Milan e Atalanta.

Il ritmo

Sarri spera che si sia trattato solo di un periodo di appannamento, non riguarda solo gli uomini-gol, anche chi deve sfornare palle-gol. Alle difficoltà di Ciro si sono aggiunte le flessioni di Luis Alberto e Milinkovic: nel 2023 cinque presenze in A per Luis più una in Coppa Italia, 6 su 6 da titolare in campionato per il Sergente (partito in panchina in Coppa). La contrazione dei tiri dipende da molti fattori, anche dalle difficoltà incontrate dalla Lazio contro Fiorentina e Verona, squadre che hanno annientato la costruzione da dietro (i viola) o che hanno oscurato i radar di centrocampo (i gialloblù). Il vero Ciro garantisce profondità, s’è intravista a Verona nel primo tempo, poi è uscito. Felipe, finto centravanti, in determinate partite contro determinati avversari tende ad arretrare e ad allargarsi per fare spazio al centro. Certi difetti rimarranno, Sarri riesce a limitarli quando ha i totem in forma.

Il paradosso

Mau non crede alle flessioni fisiche, ripete spesso che i dati registrati sono favorevoli. In effetti le statistiche della Lega segnalano la Lazio prima per chilometri percorsi in media (115,681), per distanza media corsa (69,300 chilometri) e per distanza media scatto (10,110 chilometri). La corsa c’è, la lucidità un po’ meno. Il mese di febbraio è noto per la quantità di partite che offre, ne mancano cinque tra campionato (Atalanta, Salernitana, Sampdoria) e Conference League (due volte il Cluj tra andata e ritorno). Sarri ha aumentato il minutaggio di Immobile, dopo Torino e Verona spera di averlo per 90 minuti contro l’Atalanta. Ciro dopo ogni stop ha bisogno di un po’ di tempo per carburare e ci riesce giocando il più possibile. Il cambio di lunedì era concordato, ma al momento della sostituzione s’è notata un po’ di frustrazione. Sarri a Verona è partito con Pedro e non con Felipe, tra i più stanchi e a rischio stop. Al di là dei parametri di corsa la stanchezza è palese e condiziona la precisione dell’idea, del passaggio, del tiro.


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