Lazio, quando ti salva il campione

Leggi il commento alla vittoria dei biancocelesti di Sarri contro la Sampdoria
Lazio, quando ti salva il campione© Marco Rosi / Fotonotizia
Alberto Dalla Palma
4 min

Ci è voluta una magia di Luis Alberto, nel finale, per evitare alla Lazio un’altra brutta figura sul pessimo terreno dell’Olimpico dopo il pareggio con la Fiorentina e la sconfitta con l’Atalanta, contestata dal pubblico biancoceleste con i fischi. E sembrava destinata anche ieri sera alla stessa fine, contro un’avversaria che ha già un piede e mezzo in serie B, quando lo spagnolo ha risolto i problemi con una prodezza su cui Audero non ha potuto fare niente. Una vittoria preziosa, sia chiaro, forse decisiva per una squadra che sta partecipando all’unico campionato rimasto aperto alla fine di febbraio: quello che deve assegnare tre posti in Champions e a cui partecipano le due romane, le due milanesi e l’Atalanta. Ma l’1-0 e il momentaneo quarto posto, a soli due punti da Pioli e Inzaghi e in attesa che giochi la Roma, non possono nascondere i problemi emersi anche contro la Samp e che dovranno diventare uno spunto di riflessione per Sarri. La Lazio è sembrata spenta, priva di energie, quasi prigioniera di se stessa e alla ricerca del colpo di uno dei suoi campioni più che di un gioco ripetitivo e costantemente tenuto sotto controllo dalla Samp, preparata nel modo migliore da Stankovic. Ha ancora stravinto in possesso palla, ovviamente, ma la squadra nel momento in cui sono aumentate le partite è calata in modo evidente dal punto di vista fisico.

Luis Alberto, l'immagine della serata

L’immagine della serata? Luis Alberto, spocchioso e stizzito, che allargava le braccia alla ricerca di un compagno libero a cui dare il pallone: una scena vista e rivista più volte ma stavolta Sarri ha avuto la forza e l’intuizione di non esentarlo dalla scena, consapevole finalmente che lo spagnolo è in grado di vincere una partita anche da solo, con un colpo dei suoi. Arrivato a dieci minuti dalla fine, con un destro all’incrocio che sta diventando una sua specialità. Fino a quel momento, la prestazione del Mago era stata insufficiente, come quella di tutti i suoi compagni, nessuno escluso. Ma alla resa dei conti, la partita l’ha vinta proprio Luis Alberto, togliendo a Stankovic un punto che aveva conquistato sul campo dopo uno studio profondo del gioco avversario. Come era accaduto contro l’Atalanta, stavano diventando pesanti anche due errori di Immobile sotto porta: il secondo clamoroso, considerando che parliamo di un giocatore che in meno di sette anni con la maglia della Lazio ha segnato quasi 200 gol. Un Ciro nervoso, così consapevole di aver sbagliato l’1-0 nel primo tempo che nel secondo ha scaricato tutta la sua rabbia su un pallone, a due passi dalla porta, che aspettava solo di essere appoggiato in porta e non scaraventato nella Nord.

Una squalifica che pesa

Capita, ma quando la Lazio non riesce a giocare il calcio di Sarri, gli eventuali sbagli del capitano pesano ancora di più. E peserà, per Sarri, la squalifica di Casale contro il Napoli venerdì sera al San Paolo, soprattutto se Romagnoli non riuscirà a recuperare: potrebbe essere l’occasione per testare il giovane Gila contro avversari di alto livello. PS - Vogliamo fare a Stankovic i complimenti non solo per la dignità con cui sta tenendo in piedi una squadra condannata e un club allo sbando ma anche per il suo commovente ricordo di Mihajlovic. Da ex laziale e da amico di Sinisa, ha idealmente abbracciato Arianna e tutti i suoi figli, di cui sta diventando un secondo padre. Onore a Dejan, uomo vero e autentico, come il “fratello” che ha appena perso.


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