Lazio, Sepe su Sarri: "E' il solito maniacale. E' attento a tutto"

Il portiere, scelto come alternativa a Provedel, è alla quarta stagione alle dipendenze del tecnico
Carlo Roscito
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Il contributo non si conta per forza coi minuti in campo. Luigi Sepe non ha dubbi: «Posso essere d'aiuto alla squadra». Conta l'esperienza, non solo la presenza: «Darò una grossa mano negli allenamenti e nella preparazione delle gare». Il nuovo vice Provedel, consapevole del proprio ruolo e delle gerarchie immutabili nella testa di Sarri. Ha sposato comunque con entusiasmo la proposta arrivata da Formello: «Conosco Ivan, soprattutto so bene cosa chiede il mister. Anche come lavora l'allenatore dei portieri (Nenci, ndr)». Per lui sarà la quarta stagione con Sarri: era stato il suo titolare all'Empoli nel 2014-15 (32 partite totali nella prima annata del Comandante in Serie A), poi lo aveva ritrovato a Napoli (2016-17 e 2017-18) diventando il secondo di Reina. A Roma la terza maglia diversa condivisa: «Conosco Sarri da tantissimi anni. Mi sembra uguale a prima, un allenatore attento a tutto ciò che succede in campo. Non è mai cambiato: è maniacale nei dettagli, cura qualsiasi aspetto».

Lazio, le gerarchie in porta

Era stato messo fuori rosa dalla Salernitana, a fine mercato ha vinto la "corsa" per la sostituzione di Maximiano, tornato in Liga all'Almeria. Sepe ha colto l'occasione al volo, seppur in prestito secco: «Sono felice di essere qui, è proprio la Lazio che mi aspettavo di trovare. Ci sono grandi giocatori dal punto di vista tecnico e mentale. Il gruppo è molto unito, sono in un top-club». Contro Genoa e Napoli sono arrivate le prime convocazioni, il suo innesto è stato ufficializzato solo dopo l'esordio doloroso di Lecce. Alla batteria s'è aggiunto Christos Mandas, giovane greco acquistato dall'Ofi Creta. Davanti non hanno uno qualsiasi, ma il miglior portiere della scorsa Serie A. Sepe ha elogiato i suoi miglioramenti costanti: «Provedel è cresciuto molto negli anni. L'ho incontrato qualche anno fa in Serie A, in B e in C. Oggi è un portiere maturo, è diventato fortissimo in tutto ciò che fa». Una battuta sul 33 scelto: «Mi è sempre piaciuto come numero, l'ho avuto nella prima esperienza al Lanciano in Serie B. Perché metto "L." sulla maglia? Il cognome, da solo, è troppo piccolo, così ho trovato il modo per riempire quello spazio...».


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