ROMA - Lunghi silenzi, smentite di rito e cautela. A dispetto di quanto potrebbe sembrare, Lotito non ha mai abbandonato l'idea di rendere lo Stadio Flaminio la nuova casa della Lazio. Si sta muovendo sotto traccia, il presidente biancoceleste. E proprio per questo, nell'ufficio della soprintendente Daniela Porro, poche settimane fa si è tenuto un incontro segreto per discutere della questione. Presenti anche l'associazione Nervi (che detiene i diritti d'autore patrimoniali e morali fino al 2049 sull'opera costruita per le Olimpiadi del 1960 da Pier Luigi e Antonio Nervi), dei rappresentanti della Lazio e della Lega di Serie A. Non c'era invece nessuno del Comune di Roma (i "proprietari" dell'impianto) o del Governo, proprio perché il meeting è stato informale ed esplorativo, con l'obiettivo principale di provare a convincere l'Associazione Nervi, mostrando un progetto preliminare del nuovo Stadio Flaminio: capienza allargata a 40.000 spettatori, copertura, nuove strutture commerciali e l'utilizzo di altri manufatti in zona. In estrema sintesi, quel polo sempre aperto che consentirebbe alla Lazio di avere un impianto nel cuore della Capitale e capace di attrarre gente (e generare entrate economiche) a prescindere dalle partite di calcio.
L'alternativa per il Flaminio
Un progetto affascinante dal punto di vista sportivo, un po' meno per quanto riguarda la famiglia Nervi (che non vorrebbe alterare la struttura) e per una parte degli abitanti del quartiere Flaminio, che invece preferirebbero l'altra opzione che si è palesata ultimamente (senza però una proposta presentata ufficialmente al Comune). È quella portata avanti da Cassa depositi e prestiti e Istituto del Credito sportivo, con un investimento di 80 milioni per riqualificare il Flaminio e creare una cittadella dello sport che si estenda fino all’ex galoppattoio di Villa Glori. Lotito vorrebbe sorpassare questa opzione, per questo sta cercando di trovare uno spiraglio tra i vari limiti (l'allestimento di un numero adeguato di parcheggi è uno di questi) e nel muro alzato fino a oggi dalla famiglia Nervi circa le possibilità di modifica dello storico impianto. Al momento non ha ancora raggiunto questo obiettivo, motivo per il quale non è salito in Campidoglio con un progetto vero e proprio (con tanto di plastico, ecc.).
Stadio Lazio, i tempi
Di certo dal Comune di Roma non intendono aspettare in eterno e l’assessore capitolino allo Sport, Alessandro Onorato, lo ha chiarito di recente: «Entro quest’anno capiremo se gli interessati lo sono davvero. Il ministro Abodi sembra molto ottimista circa la proposta fatta da Cassa depositi e prestiti e Istituto per il credito sportivo». Ecco perché Lotito ha provato a dare una nuova accelerata. È rimasto in disparte per un po', non si è esposto. Ma l'obiettivo di portare la Lazio al Flaminio è più che mai vivo.