Immobile come Altafini? No, grazie

Il paragone utilizzato da Sarri non gli piace, nella Lazio segna solo lui: cinque gol nelle ultime sei partite
Immobile come Altafini? No, grazie© Getty Images
Fabrizio Patania
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ROMA - Ciro e basta, altro che nuovo Altafini, l’etichetta non gli piace. Quando Sarri gli chiese se voleva diventare la versione moderna di José, passato alla storia della Juve e del calcio italiano per i suoi gol decisivi entrando nel finale, Immobile gli rispose “no, grazie”. Era il 30 ottobre e il capitano della Lazio aveva firmato all’Olimpico la partita con la Fiorentina su rigore al 95’, appena tredici minuti dopo il suo ingresso in campo. Martedì sera Ciro si è alzato dalla panchina dopo un’ora, ha preso il posto di Castellanos e ha steso il Celtic Gasgow con una doppietta da fenomeno alle ultime curve: piattone sinistro al volo per l’1-0 da vero opportunista al minuto 82, conto chiuso al 40’ del secondo tempo con un capolavoro, di prepotenza e di classe, segnando “alla Chinaglia”, tanto per ricordare uno dei suoi più grandi predecessori degli Anni Settanta.

Il piano di Sarri

Casualità o meno, il parallelismo con i gol “alla Altafini” è autentico per la capacità di determinare entrando in corsa. Cirone da Champions, come sintetizzava il nostro brillante titolo di ieri mattina, ha compiuto un’impresa, portato Sarri fuori dalla crisi e tradotto con un assegno da 12,4 milioni di euro (bonus vittoria e premio qualificazione) l’ingresso anticipato agli ottavi Champions. Dalla panchina, il capitano della Lazio ha visto e studiato i difensori del Celtic e li ha colpiti con cinismo: Scales e Carter-Vickers erano entrati in riserva, lui era brillante e vivissimo, pronto a castigarli. Il piano studiato da Sarri si conosceva: garantirsi due-terzi di partita a ritmi altissimi, perché gli scozzesi corrono e il pressing di Castellanos era funzionale alla prima frazione, concedendosi la possibilità di sfruttare la freschezza e l’esperienza di Immobile nella fase decisiva del secondo tempo. Non è casuale: la Lazio ha costruito la qualificazione Champions facendo punti e risultati con i cambi e in fondo alla partita.

Lazio, la gestione del bomber

Tornando al tema principale, ci sono le inevitabili diversità con Altafini. José arrivò alla Juve dal Napoli quando aveva già compiuto 34 anni e accettò un utilizzo da riserva di due big come Anatasi e Bettega. Era un altro calcio. Immobile oggi non si sente e non è a fine carriera, Castellanos è l’altenativa, non il contrario, ci sono cinque cambi a partita. Accetta il turnover (com’è giusto) e ha capito, anche se vorrebbe giocare ogni volta, il momento delicato della Lazio e l’esigenza di tirare il fiato. Viene da un anno terribile, costellato di infortuni muscolari. Lo stop di ottobre era nato perché l stava giocando tutte, senza soluzione di continuità. Sarri un mese fa aveva stabilito la linea di condotta. Gestione e alternanza con il Taty, dividendo impegni e minutaggi, per riportarlo gradualmente in forma e consentirgli di allenarsi bene. L’obiettivo: evitare nuovi stop. Una sola strada: non impiegarlo a tempo pieno tre volte a settimana. Poi contano i fatti: Immobile è stato titolare a Salerno, nel derby con la Roma e con il Feyenoord, quando aveva segnato un altro gol decisivo. Non solo gol “alla Altafini”. Ciro e basta perché nelle ultime sei partite ufficiali, tra campionato e Champions, ha segnato solo lui: tutti suoi i 5 gol realizzati dalla squadra biancoceleste. E il turnover proseguirà: Immobile sabato guiderà l’attacco di fronte al Cagliari, in Coppa Italia con il Genoa toccherà a Castellanos.

Immobile, numeri da top player

Ora sono 203 gol con la Lazio. Una collezione senza fine e c’è un altro dato da evidenziare: Ciro, sommando i precedenti del 2020/21 (Inzaghi in panchina), ha realizzato 8 gol in 10 partite Champions con la Lazio: uno ogni 87 minuti. Sono medie paragonabili ai più grandi in Europa. In carriera diventano 12 reti in 20 presenze aggiungendo l’esperienza con il Borussia Dortmund. Il debutto con la Juve e le tre apparizioni fugaci con il Siviglia gli rovinano la media. Sono tre le vere partecipazioni di King Ciro alla Champions: 16 presenze, 12 gol, uno ogni 94 minuti. Medie da top player.


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