Lazio infuriata, Maresca nel mirino: contestati sette episodi

Saltano conferenza e interviste, la società ha disposto il silenzio a fine gara. Le accuse riassunte in un video: ecco tutti i reclami contro il direttore di gara
Fabrizio Patania
4 min

La rabbia della Lazio, furiosa con Maresca e in silenzio-stampa, come era successo a Torino con la Juve a metà settembre, quarta giornata di campionato. Stesso arbitro, medesimo epilogo, neppure è cambiato il risultato. Un’altra sconfitta, questa volta è stata peggiore, si trattava di un confronto diretto per l’Europa e peserà sull’esito del campionato: gli episodi si sono moltiplicati dentro una partita equilibrata, a differenza del caso McKennie (palla oltre la linea laterale sul primo gol di Vlahovic) e ci sono state tensioni fortissime nell’intervallo. Se ne occuperà, quasi certamente, il giudice sportivo: alla fine del primo tempo, quando le squadre stavano rientrando negli spogliatoi, Angelo Fabiani ha lasciato la tribuna Monte Mario ed è sceso in campo a protestare. Marco Gabriele, l’addetto agli arbitri della Lazio, si era avvicinato e camminava accanto a Maresca. Il ds ex Salernitana ha ricordato al fischietto napoletano che la Lazio si stava giocando il campionato: la partita era ancora inchiodata sull’1-1, ma l’elenco delle decisioni contestate dal club biancoceleste si stava allungando. Sono tutti spariti nel sottopassaggio, dove ci sarebbe stata tensione. Vedremo cosa succederà. Di sicuro Fabiani per regolamento non poteva entrare in campo e rischia la squalifica. E’ risalito subito in tribuna nell’intervallo per relazionare Lotito.

Lazio, gli episodi contestati

I precedenti con Juve (fallo su Immobile e azione irregolare per il primo gol bianconero) e Inter a fine dicembre (espulsione di Lazzari all’Olimpico) raccontavano in anticipo lo scarso gradimento della Lazio nei confronti dell’arbitro della sezione di Napoli. Il primo tempo di ieri ha fatto il resto. Abolita la conferenza di Sarri, silenzio stampa, non hanno parlato i giocatori. La società non voleva commentare e alzare i toni, il clima era pesantissimo. E’ stato spiegato chiaramente dall’ufficio stampa il motivo della decisione, legata alla direzione arbitrale. La Lazio ha prodotto e montato velocemente una clip con le immagini degli episodi incriminati, partendo con l’intervento durissimo di El Azzouzi su Patric dopo 3 minuti. Un cartellino giallo risparmiato al marocchino. Sarri ha pagato con l’uscita del difensore spagnolo, costretto a uscire qualche minuto più tardi. Protesta numero due: trattenuta di Posch su Felipe Anderson al 16’, niente ammonizione per l’austriaco.

Dubbi su Fabbian: sarebbe stato espulso

Si prosegue al 34’ con il pestone di Fabbian su Immobile, non sanzionato, al limite dell’area di rigore del Bologna: l’azione è proseguita e i rossoblù hanno ribaltato il gioco, per la Lazio sarebbe stato fallo e cartellino giallo. Di conseguenza doveva essere espluso. Il centrocampista ex Inter era già ammonito, ha rischiato il rosso: se Thiago Motta, sotto di un gol, fosse rimasto in inferiorità numerica, la partita si sarebbe sviluppata in modo diverso. Andiamo avanti. Il metro di giudizio adottato da Maresca ha indispettito la dirigenza biancoceleste: la Lazio discute l’ammonizione a Cataldi per un intervento al limite su Ferguson. Al 48’, in pieno recupero e dopo il pareggio di El Azzouzi, con il rigore reclamato per il contatto tra Ferguson e Isaksen, in possesso di palla all’ingresso dell’area. Nel secondo tempo, al contrario, non viene sanzionata la gomitata del centrocampista scozzese sul costato a Cataldi (era giallo) senza concedere neppure la punizione dal limite dell’area: poteva essere una buona occasione per la Lazio, senza energie nella ripresa, forse anche convinta che non ci sarebbe stato niente da fare.


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