Lazio, il derby di Tudor: quel gesto di Totti la motivazione in più

La prima stracittadina a chiusura di una settimana lunghissima. Il “4 e a casa” dell'ex capitano della Roma...
Lazio, il derby di Tudor: quel gesto di Totti la motivazione in più© ANSA
Daniele Rindone
4 min
All’inferno e ritorno. Esordio da record del mondo per Tudor. La Juve due volte in cinque giorni, fino a uscirgli dagli occhi. E poi, evviva, il derby, a chiusura della settimana più crudele e dantesca della sua vita. Sapeva quello che lo aspettava e non ha avuto paura. Igor, cuore impavido, ha raccolto al volo l’invito di Lotito e Fabiani, è balzato in sella alla Lazio senza curarsi del calendario e senza vie di mezzo ha avviato una rivoluzione con prova su strada, allenando-giocando. Tudor non ha voluto che la sua squadra nascesse da una costola della squadra di Sarri, ma che fosse subito a sua immagine e somiglianza. Per rendere ancora più proibitiva la missione ha avviato un doppio percorso: partite della vita per raddrizzare la stagione ed esami di mercato per programmare la prossima. 

L'impatto di Tudor con la Lazio

L’impatto. Animo, laziali. Sia come sia, ha solo pensato il gigante croato. «Juve due volte e la Roma, bello così», è stato il commento al trittico di partite che lo attendeva. Le sta preparando e vivendo tutte in fretta e furia tra sospiri e boccate d’ossigeno. La prima è stata sorprendente per scatto nel futuro, nella seconda la Lazio è tornata indietro di colpo. Per la terza serve un nuovo slancio. «Tre tempi su quattro sono stati giocati alla grande», ha sottolineato Tudor trovando un senso al ko di Coppa Italia. Il quarto tempo fallito è il secondo di Torino, ha visto una Lazio frastornata concedere campo alla Juve. Al di là degli scompensi tattici emersi rispetto a sabato scorso continua ad essere un problema la discontinuità della squadra nelle settimane più lunghe, complesso con cui è costretto a fare i conti ogni allenatore.  

L'approccio nel derby e quel gesto di Totti...

Tudor, di derby, ne aveva parlato nella conferenza di presentazione, l’approccio era stato freddino come accaduto anche a Sarri: «Per me le partite sono tutte uguali, poi è normale che il fatto che il derby arrivi tra poco porti emozione e non vedo l’ora di provare queste emozioni, ma prima abbiamo due partite dure contro la Juve». Sarri ne ha vinti quattro su sei, è l’eredità più pesante che ha lasciato. Gli ultimi che ha vissuto gli avevano tolto il sonno. Da alto gasamento è il derby, Tudor lo sa e lo preparerà «facendo giocare quelli che io ritengo che possano fare meglio per vincere questa bella sfida». Il tempo corre. Storie di oggi, storie di ieri. Il suo arrivo alla Lazio ha rievocato subito il gesto che Totti fece al Tudor difensore l’8 febbraio 2004, dopo il 4-0 della Roma alla Juve, il segno “4 e a casa”. «Tudor mi stava massacrando. Mi aveva dato una gomitata su un muscolo e mi si era addormentato il braccio. Un dolore pazzesco. Poi mi è venuto istintivo fare quel gesto. Ma è finita lì», raccontò Totti. Era stata una marcatura a uomo. «Cose da campo, di vent’anni fa», disse Igor da tecnico dell’Udinese prima di un match con la Roma. Il suo derby è un destino di risposta.  

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