
Pagamento anticipato, per Lotito. Paga il conto di scelte sciagurate e della disfatta stagionale, un collasso inevitabile, probabilisticamente scontato dopo ogni vittoria. Deve anche iniziare a pensare al mercato che s’aspetta Tudor, smaniava dopo il derby pensando ai giocatori adatti al suo calcio: «Cambieremo». Ha poco da dire e molto da fare, il presidente della Lazio. L’ultimo mese e mezzo è diventato un precampionato fuori stagione, utile al tecnico per fare la conta di promossi e bocciati. Lotito, nella retorica sempre uguale, nell’essere un presidente senza tempo per ragion politica, si è espresso ieri mattina prima di entrare all’hotel Ergife, si inaugurava la nuova segreteria di Forza Italia: «Tudor? Sono le prime partite, bisogna trovare un assestamento. Io ho avuto poco tempo di seguirlo, ma sta studiando per capire qual è l’assetto giusto della squadra, che è nelle condizioni di poter fare bene». Sul derby: «Ci sono le partite sì e quelle no, dal punto di vista del gioco la Lazio avrebbe meritato un pareggio». Sugli incidenti pre-derby: «L’arresto di un laziale? I primi ad essere stati portati via sono stati i romanisti, ma non è quello. Noi siamo contro la violenza e la combattiamo, mi sembra di essere l’emblema di questo. Ho messo in atto azioni per reprimere e prevenire questi episodi».
Lotito e la Lazio: tutti i rebus
Tante domande incalzano il presente e il presidente. Cosa c’è nel futuro della Lazio? Cosa ha in mente per rilanciare il suo piano al traguardo dei vent’anni di presidenza? Perché questo indietreggiare costante dopo le stagioni vincenti? Quanto dei soldi incassati tra Champions, Supercoppa e botteghini saranno investiti in estate per trasformare la Lazio da sarriana a tudoriana? Si può ricompattare lo spogliatoio? Si può limitare l’inquietudine di Immobile il cui smarrimento è l’immagine stessa della Lazio? Si rinnoveranno i contratti di Felipe e Zaccagni? Quali dei big sfiduciati saranno sacrificati per la rifondazione azzeratutto? Perché diventa sempre difficile pensare al domani? In poco tempo, neppure un anno, s’è rovinata una bellissima storia Champions, ora c’è il rischio di disperdere anche il capitale di passione che aveva generato. Archiviata la rivoluzione (a metà) di Sarri, sta a Lotito riuscire a garantire a Tudor una Lazio su misura. Nel contempo dovrà garantire alla società nuova sostenibilità. Il rapporto tra costo del personale e ricavi dovrà scendere dal 90% dell’anno in corso al 70% per il 2025-26. Scelte che, in base all’Europa raggiunta, inizieranno a pesare in estate. Ma il presidente ripete che «da quando ho preso la squadra ad ora siamo nella situazione di poter solo crescere. Prima era una società di partenza, ora è una società di arrivo». Il punto è di domanda.