Lazio, Vecino in versione bomber: è la sua stagione top in carriera

È la sua annata più prolifica, per Tudor è una risorsa decisiva: l'uruguaiano segna come un attaccante
Marco Ercole

Si aggrappa a Vecino, la Lazio di Tudor, per provare a inseguire una qualificazione in Champions che avrebbe dell'incredibile e che l'uruguaiano ha già dimostrato di sapersi prendere. Un obiettivo che ad oggi, qualora venisse raggiunto, rappresenterebbe una sorta di miracolo sportivo, da ottenere provando a fare il massimo e al tempo stesso sperando in aiuti esterni. Un possibilità complicata al momento, quasi impossibile. Ma se c'è ancora un timido spiraglio all'orizzonte, buona parte del merito è proprio di Matias, che con i suoi gol ha dato un contributo enorme e permesso alla squadra biancoceleste di restare in un modo o nell'altro in corsa.  

Vecino, il precedente 

Per lui in fondo non si tratta certo di una novità. Era il 20 maggio 2018 e quel giorno, ultimo turno di campionato, la Lazio di Simone Inzaghi usciva sconfitta a Roma con l'Inter, che in rimonta la agguantava in quarta posizione e la scavalcava per via degli scontri diretti, guadagnandosi così l'ultimo posto valido per la qualificazione in Champions League. Un ko beffardo, pesante, traumatico. Con quei tormentoni «la prende Vecino», «la garra charrua» o «è l'uomo della Champions» a girare e rigirare il coltello nella piaga. Sì, perché la rete decisiva in quella sorta di spareggio era stata proprio del centrocampista uruguaiano, con un colpo di testa nei minuti finali che aveva gelato l'Olimpico. Adesso Matias si trova dall'altra parte della barricata (così come Simone Inzaghi e Stefan De Vrij, autore del fallo da rigore che permise a Icardi di segnare il provvisorio 2-2), ma con lo stesso obiettivo e la possibilità in un certo senso di "redimersi" dopo quel dispiacere inferto ai tifosi laziali.  

Come un bomber per la Lazio 

Ci potrà provare questa domenica, quasi sei anni esatti dopo quel match, da uomo in più della squadra di Igor Tudor, nonché secondo miglior marcatore stagionale del club (con i suoi 7 sigilli complessivi, di cui 6 in Serie A) dietro solamente a Ciro Immobile. Numeri che rendono questa annata la più prolifica della sua carriera (al massimo era arrivato a 5 nel 2018-19 con l'Inter) e che lo eleggono a bomber laziale da quando è arrivato il croato in panchina, con 3 reti nelle ultime 5 di campionato, di cui le ultime due consecutive e partendo dalla panchina. Sono 4 oggi le sue marcature entrando a gara in corso (contro Atalanta, Udinese, Monza ed Empoli), una "skill" scoperta più che altro in questo torneo, visto che in precedenza con la Lazio aveva segnato soltanto nelle gare in cui era stato schierato dall'inizio, compresa quella con la Salernitana in cui ha lasciato la sua prima firma con Tudor in panchina. 


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Jolly

Il tecnico lo sta sfruttando in ogni modo, dal primo minuto o giocandosi la carta nella seconda parte di match, «quando la partita si spacca e ci sono più spazi», come ha spiegato lo stesso sudamericano dopo la sfida con l'Empoli. In una versione o nell'altra, Vecino si sta sempre facendo trovare pronto. È l'uomo ideale per il centrocampo dell'allenatore. Ed è l'uomo perfetto per continuare a sognare la Champions.

 

 


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Si aggrappa a Vecino, la Lazio di Tudor, per provare a inseguire una qualificazione in Champions che avrebbe dell'incredibile e che l'uruguaiano ha già dimostrato di sapersi prendere. Un obiettivo che ad oggi, qualora venisse raggiunto, rappresenterebbe una sorta di miracolo sportivo, da ottenere provando a fare il massimo e al tempo stesso sperando in aiuti esterni. Un possibilità complicata al momento, quasi impossibile. Ma se c'è ancora un timido spiraglio all'orizzonte, buona parte del merito è proprio di Matias, che con i suoi gol ha dato un contributo enorme e permesso alla squadra biancoceleste di restare in un modo o nell'altro in corsa.  

Vecino, il precedente 

Per lui in fondo non si tratta certo di una novità. Era il 20 maggio 2018 e quel giorno, ultimo turno di campionato, la Lazio di Simone Inzaghi usciva sconfitta a Roma con l'Inter, che in rimonta la agguantava in quarta posizione e la scavalcava per via degli scontri diretti, guadagnandosi così l'ultimo posto valido per la qualificazione in Champions League. Un ko beffardo, pesante, traumatico. Con quei tormentoni «la prende Vecino», «la garra charrua» o «è l'uomo della Champions» a girare e rigirare il coltello nella piaga. Sì, perché la rete decisiva in quella sorta di spareggio era stata proprio del centrocampista uruguaiano, con un colpo di testa nei minuti finali che aveva gelato l'Olimpico. Adesso Matias si trova dall'altra parte della barricata (così come Simone Inzaghi e Stefan De Vrij, autore del fallo da rigore che permise a Icardi di segnare il provvisorio 2-2), ma con lo stesso obiettivo e la possibilità in un certo senso di "redimersi" dopo quel dispiacere inferto ai tifosi laziali.  

Come un bomber per la Lazio 

Ci potrà provare questa domenica, quasi sei anni esatti dopo quel match, da uomo in più della squadra di Igor Tudor, nonché secondo miglior marcatore stagionale del club (con i suoi 7 sigilli complessivi, di cui 6 in Serie A) dietro solamente a Ciro Immobile. Numeri che rendono questa annata la più prolifica della sua carriera (al massimo era arrivato a 5 nel 2018-19 con l'Inter) e che lo eleggono a bomber laziale da quando è arrivato il croato in panchina, con 3 reti nelle ultime 5 di campionato, di cui le ultime due consecutive e partendo dalla panchina. Sono 4 oggi le sue marcature entrando a gara in corso (contro Atalanta, Udinese, Monza ed Empoli), una "skill" scoperta più che altro in questo torneo, visto che in precedenza con la Lazio aveva segnato soltanto nelle gare in cui era stato schierato dall'inizio, compresa quella con la Salernitana in cui ha lasciato la sua prima firma con Tudor in panchina. 


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