Lazio e Tudor insieme con riserva: la situazione dopo il faccia a faccia

Club e tecnico intransigenti, le vedute restano divergenti. Il croato si aggiornerà a distanza
Carlo Roscito

ROMA - Secondo incontro ravvicinato, quasi del terzo tipo: sembra una storia di fantascienza la relazione tra la Lazio e Tudor. Mosse e contromosse, eppure le due parti non si spostano di un centimetro e restano insieme. Un altro confronto si è consumato ieri mattina, stavolta senza il presidente Lotito, coinvolto la sera precedente nella cena organizzata all'improvviso. Fabiani ha raggiunto Formello intorno alle 10, il croato e l'agente Seric - che hanno dormito nel centro sportivo - erano lì ad aspettarlo. Due ore di faccia a faccia. Si è fatto il punto sulle strategie estive, si cercano punti di contatto, ma il disegno di mercato è formato da due rette parallele: vedute distanti e destinate a non toccarsi. L'allenatore, concluso il secondo appuntamento, ha lasciato Formello quando erano le 12. Si è portato dietro i dubbi di un piano che stenta a decollare, è enorme il peso delle polemiche nate nei primi due mesi. Non sono bastati i risultati ottenuti, né tantomeno la qualificazione alla prossima Europa League.  

Divergenze Lazio-Tudor

Tanti casi sul tavolo, così diventa complicato trovare le carte giuste per andare avanti. Al momento, divergenze a parte, si prosegue "uniti" e senza troppa convinzione. Un aspetto evidenziato dal volo di lunedì da Spalato, interrompendo le vacanze: è stato necessario un summit in presenza per le turbolenze delle ultime settimane. L'addio di Kamada la goccia che ha fatto traboccare il vaso già pieno di crepe: il tecnico ne avrebbe voluti «dieci» come il giapponese (cit. in conferenza) e invece è rimasto senza l'unico che aveva. La pedina migliore nel breve periodo alla guida, caratteristiche perfette per il suo modo di intendere il calcio. Lo stesso non si può dire di tanti altri in rosa. Ne vorrebbe cambiare 7-8, una rivoluzione che la Lazio non è disposta ad accettare. Posizione irremovibile sugli investimenti fatti l'estate scorsa: secco no alle cessioni di Guendouzi, Rovella e Isaksen, costati insieme circa 50 milioni di euro. Poi, però, bisognerà fare i conti con le volontà dei calciatori: preoccupa soprattutto il francese, sempre più irrequieto. 

Segnali

Via Kamada, si ricerca il suo sostituto oltre a quelli di Felipe Anderson (Tchaouna) e - presto - di Luis Alberto. Un vuoto di qualità e prima ancora di chiarezza tra le relazioni interne. Tudor ha preso l'aereo di ritorno per la Croazia ieri pomeriggio, si aggiornerà a distanza con la dirigenza, dovrà pur ricevere un segnale confortante. Chiede un difensore centrale (se non due), un centrocampista, un esterno e un attaccante aggiuntivo a Immobile e Castellanos. Più gli eredi dei big partenti, naturalmente. Alcune operazioni verranno definite a prescindere poiché ci sono esigenze acclarate. Nel frattempo Lotito assicura sulla permanenza di Tudor. La fotografia è un'istantanea che si è sviluppata da marzo fino agli incontri delle ultime 48 ore. La Lazio da una parte, Tudor dall'altra: nessuno fa un passo, l'esonero non è contemplato e non c'è aria di dimissioni immediate. 


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Tudor, tentazione Besiktas

Lo scenario cambierebbe solo con una forte tentazione esterna per l’allenatore. Meglio non escludere nulla e tenere d’occhio i movimenti dei tecnici ancora liberi. Palladino è stato ufficializzato dalla Fiorentina, Baroni è indirizzato a Monza (c’è anche il Cagliari), Sarri ha declinato l’offerta del Panathinaikos (il ritorno è solo una suggestione). Italiano, è ormai del Bologna (che apprezzava pure Tudor). Si sono aggiunte le voci su Morgan De Sanctis, che potrebbe diventare ds del Besiktas e tentare Tudor per un’esperienza in Turchia. Serve un progetto convincente per ipotizzare le dimissioni. Caos calmo, almeno per ora. Un gioco a incastri: con questi presupposti resta ingarbugliata la situazione, più che altro.  


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ROMA - Secondo incontro ravvicinato, quasi del terzo tipo: sembra una storia di fantascienza la relazione tra la Lazio e Tudor. Mosse e contromosse, eppure le due parti non si spostano di un centimetro e restano insieme. Un altro confronto si è consumato ieri mattina, stavolta senza il presidente Lotito, coinvolto la sera precedente nella cena organizzata all'improvviso. Fabiani ha raggiunto Formello intorno alle 10, il croato e l'agente Seric - che hanno dormito nel centro sportivo - erano lì ad aspettarlo. Due ore di faccia a faccia. Si è fatto il punto sulle strategie estive, si cercano punti di contatto, ma il disegno di mercato è formato da due rette parallele: vedute distanti e destinate a non toccarsi. L'allenatore, concluso il secondo appuntamento, ha lasciato Formello quando erano le 12. Si è portato dietro i dubbi di un piano che stenta a decollare, è enorme il peso delle polemiche nate nei primi due mesi. Non sono bastati i risultati ottenuti, né tantomeno la qualificazione alla prossima Europa League.  

Divergenze Lazio-Tudor

Tanti casi sul tavolo, così diventa complicato trovare le carte giuste per andare avanti. Al momento, divergenze a parte, si prosegue "uniti" e senza troppa convinzione. Un aspetto evidenziato dal volo di lunedì da Spalato, interrompendo le vacanze: è stato necessario un summit in presenza per le turbolenze delle ultime settimane. L'addio di Kamada la goccia che ha fatto traboccare il vaso già pieno di crepe: il tecnico ne avrebbe voluti «dieci» come il giapponese (cit. in conferenza) e invece è rimasto senza l'unico che aveva. La pedina migliore nel breve periodo alla guida, caratteristiche perfette per il suo modo di intendere il calcio. Lo stesso non si può dire di tanti altri in rosa. Ne vorrebbe cambiare 7-8, una rivoluzione che la Lazio non è disposta ad accettare. Posizione irremovibile sugli investimenti fatti l'estate scorsa: secco no alle cessioni di Guendouzi, Rovella e Isaksen, costati insieme circa 50 milioni di euro. Poi, però, bisognerà fare i conti con le volontà dei calciatori: preoccupa soprattutto il francese, sempre più irrequieto. 

Segnali

Via Kamada, si ricerca il suo sostituto oltre a quelli di Felipe Anderson (Tchaouna) e - presto - di Luis Alberto. Un vuoto di qualità e prima ancora di chiarezza tra le relazioni interne. Tudor ha preso l'aereo di ritorno per la Croazia ieri pomeriggio, si aggiornerà a distanza con la dirigenza, dovrà pur ricevere un segnale confortante. Chiede un difensore centrale (se non due), un centrocampista, un esterno e un attaccante aggiuntivo a Immobile e Castellanos. Più gli eredi dei big partenti, naturalmente. Alcune operazioni verranno definite a prescindere poiché ci sono esigenze acclarate. Nel frattempo Lotito assicura sulla permanenza di Tudor. La fotografia è un'istantanea che si è sviluppata da marzo fino agli incontri delle ultime 48 ore. La Lazio da una parte, Tudor dall'altra: nessuno fa un passo, l'esonero non è contemplato e non c'è aria di dimissioni immediate. 


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Tudor, tentazione Besiktas