Lazio, l'Europa League è casa tua. Baroni, esordio internazionale

Da quando il trofeo si chiama così è l’11ª partecipazione biancoceleste, più di tutti in Italia. Lo stadio della Dinamo Kiev è Amburgo, causa guerra
Lazio, l'Europa League è casa tua. Baroni, esordio internazionale© LaPresse
Daniele Rindone
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INVIATO AD AMBURGO - Il futuro è nel passato. In questo cortocircuito tra “domani” e "ieri", tra Champions ed Europa League, tra sogno e delusione, ascesa e discesa, è da sempre incagliata la Lazio di Lotito. Sulla Champions di un anno fa c'è sopra la polvere, l'Europa League di oggi è un destino di ritorno. Gli ottavi con il Bayern, il colpaccio dell'andata, l'esodo dei laziali a Monaco, il miglior risultato dell'era Lotito, il miraggio dei quarti, sembrano lontani anni luce. Si giocò il 5 marzo a Monaco e il 12 marzo arrivarono le dimissioni di Sarri dopo il ko con l'Udinese. Fine di una bella storia, fine di una dimensione. La partita di stasera si gioca sempre in Germania, al Volksparkstadion, stadio di 57.000 posti dell'Amburgo, terra d'esilio per le partite della Dinamo Kiev, costretta a spostarsi dal martirio della guerra. Saranno solo 10.000 gli spettatori, ci saranno appassionati tedeschi, 837 i laziali. Questo ritorno in Germania è diverso, cala la Lazio della demolizione e della ricostruzione in un'altra realtà, la solita realtà da affrontare con una squadra tutta da valutare nelle rotazioni e che dovrà reggere i continui giri di giostra settimanali, ancora con meno giocatori (Castrovilli è stato tagliato per limiti nei posti over). Le immagini di questi sei mesi sono simboliche di questi vent'anni: quando va tutto bene può sempre andare peggio.

Lazio, Baroni all'esordio internazionale

E' un ricordo la Champions incantata dell'anno scorso e non è neppure rimpianto la Super Champions delle 5 italiane perché la Lazio non è mai stata in corsa per conquistarla. Questo per dire, e spiace doverlo ricordare, che non c’è verso di invertire la tendenza, di scendere dall’altalena: ogni volta che risale, la Lazio torna al punto di partenza. Per darsi un tono, ed è questa la missione di Baroni, debuttante in Europa a 61 anni, figlio della bella gavetta di una volta, la Lazio vuole provare ad essere meglio e più di quello può essere quest'anno. In Europa League, dal 2009-10, con questa partecipazione sale a 11, tra le squadre in corsa solo Ajax e Olympiakos (13 e 12 volte) ci hanno giocato di più. La Lazio, con 10 partecipazioni effettive, può dire di essere l'italiana che ci ha giocato più volte (84 partite, 34 vittorie, 24 pari, 26 sconfitte). La nuova formula, se è una consolazione, è la stessa di quella utilizzata per la Champions. Da 32 squadre si è passati a 36, tutte in un unico campionato (8 partite, 4 in casa, 4 in trasferta). Sarà ancora più gravosa per una squadra che ha sempre faticato a reggere i tripli turni. Il trofeo è dell'Atalanta, andrebbe difeso. E' un'Europa League che vale di più almeno economicamente: 565 milioni di euro i soldi che verserà la Uefa, 100 in più. La quota per ciascun club che partecipa alla prima fase è 4,3 milioni, per ogni successo si guadagnano 450 mila euro (150 per i pareggi). Chi si qualifica dal 1° all'8° posto (va dritto agli ottavi) guadagna altri 600 mila euro, dal 9° al 24° posto si prendono 300 mila euro. La qualificazione agli ottavi porta altri 1,75 milioni. Vincendo otto partite si incassano una decina di milioni. I conti della fase a eliminazione diretta: 2,5 milioni per chi accede ai quarti, altri 4,2 per chi va in semifinale, 7 per chi va in finale, altri 6 per chi vince. In più i diritti tv. La vittoria potrebbe valere un jackpot di 50 milioni. La Champions dell'anno scorso ha consentito a Lotito di chiudere un fatturato record di 195,5 milioni. Non è mai stata un centro di gravità permanente e il prezzo si paga.


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