ROMA - Campioni coetanei, compagni di sempre, domani avversari. Una vita insieme e 90 minuti contro. Pedro sfida Fabregas, è il talento che piega il tempo a proprio favore: stesso anno di nascita del tecnico, eppure ancora incantatore in campo. Il momento magico si arricchisce del confronto simbolico, programmato di giovedì sera nel turno infrasettimanale del campionato, unico in ogni senso possibile. Hanno diviso maglie e spogliatoi, top-class nelle stagioni con Barcellona e Chelsea, neanche a parlarne con la nazionale spagnola. L'attaccante punta a un posto da titolare, insidia tutti sulla trequarti e “minaccia” l'amico Cesc con le prodezze di un ottobre avveniristico, nonostante i 37 anni compiuti lo scorso 28 luglio: 85 giorni di differenza tra il calciatore biancoceleste e l'allenatore rivale, altro classe 1987, ma nato il 4 maggio.
Pedrito on fire
L’anagrafe esalta Pedrito e il suo ritmo tambureggiante, segna e sogna come un ragazzino. «Devo spingere al massimo e farmi trovare pronto quando avrò qualche chance a disposizione», ripete da quest'estate. Nessuno ci ha creduto più di lui. Un mese straordinario di gestione e furore. Ha inaugurato la striscia con il Nizza (3 ottobre), siluro mancino sotto la traversa e al diluvio. Si è ripetuto tre giorni dopo contro l'Empoli (6 ottobre). Egual bellezza, maggiore risolutezza: tiro potente e preciso per schienare Vasquez, che fino a quel momento aveva alzato il muro anche sul rigore di Castellanos. La rigenerazione è proseguita dopo la sosta: destro sblocca partita nella trasferta con il Twente (24 ottobre), infine il tap-in del 2-0 di domenica al Genoa (27 ottobre).
Pedro, un gioiello per Baroni
Ora Baroni ha tra le mani la scelta allettante di concedergli la prima presenza dall'inizio in campionato. Un timbro ogni 47 minuti in questa Serie A, finora la media è stata impressionante. Sganciato soltanto nella ripresa, non ha mai raggiunto la mezz'ora di impiego, non gli ha comunque impedito di essere determinante. La somma, contando l'Europa League, è un totale di 4 gol e 2 assist in 8 gare stagionali. Pedro rischiava di essere tagliato dalla lista europea, invece ha ricucito le perplessità sul suo conto e sulla bontà della conferma in rosa. Ha vissuto un'estate con pensieri contrastanti e con la tentazione di tornare in patria. Pure Fabregas ha provato a convincerlo, non ci è riuscito e domani potrebbe pagarne le conseguenze. Dipenderà anche dalle decisioni di formazione.
Pedro-Fabregas, una bacheca luccicante
La preoccupazione maggiore, visto lo stato di forma, rimane di Fabregas. Hanno condiviso le lunghe esperienze al Barcellona, al Chelsea e in Nazionale. La bacheca comune è luccicante: 1 Liga (2012-2013), 2 Supercoppe spagnole (2011 e 2013), 1 Coppa di Spagna (2011-2012), 1 Premier League (2016-2017), 1 Coppa d’Inghilterra (2017-2018). I titoli internazionali: 1 Supercoppa Europea (2011), 1 Coppa del Mondo per club (2011), soprattutto un Mondiale (2010) e un Europeo (2012) con la Spagna più forte di sempre. È in forte dubbio la presenza di Sergi Roberto (uscito per infortunio contro il Torino), la sua convocazione rappresenterebbe un incrocio in più. La vigilia di Como è un presente con terrazzo vivibile sul passato.