Se Dia e Tavares sono le facce nuove della Lazio ricostruita e scelta in estate da Lotito e Fabiani, Pedro e Vecino occupano in primo piano il manifesto di Baroni. Un lavoro profondo, sviluppato sul campo e all’interno dello spogliatoio, solcando ogni sentiero possibile: preparazione atletica, principi di gioco, libertà di inventare negli ultimi 30 minuti, motivazioni e coinvolgimento totale. Il merito principale del nuovo tecnico della Lazio, secondo in Serie A dopo 13 giornate e primo in Europa League in attesa del quinto turno, un evento clamoroso e mai sottolineato con evidenza, considerando i precedenti di un club per tradizione poco incline a fronteggiare il doppio impegno: sta tirando fuori il massimo da ogni giocatore. Aspetta i nuovi acquisti, inserirà in modo graduale i giovani, ha lucidato il talento e rivalutato l’usato sicuro. Pedro (37 anni) e Vecino (33) erano in bilico tra luglio e agosto, sono rimasti e ora possono essere considerati dei titolari aggiunti, perché giocano con continuità. Diversi altri giocatori hanno riacquistato stima, credibilità e visibilità.
Lazio, i terzini
Lazzari, 30 anni, è tornato al top e in pochi pensavano potesse essere adeguato a una difesa a quattro. Luca Pellegrini si è riproposto ai suoi livelli, gli stessi toccati con la Juve di Allegri, e sta crescendo di partita in partita. Una piacevole sorpresa dopo un anno e mezzo trascorso in panchina con Sarri, che pure lo aveva richiesto dopo l’iniziale esperienza in prestito, quando era arrivato dall’Eintracht. La Lazio dal 2007, ovvero dai tempi di Radu e Kolarov (presi da Sabatini), non indovinava un terzino di piede sinistro. Ora ne ha due e l’ex bianconero, che più volte aveva meditato l’addio e ha resistito in silenzio soltanto perché tifoso della Lazio, domenica non ha fatto rimpiangere Nuno Tavares, già rimpiazzato più volte in Europa League. Quasi certamente giocherà anche domani contro il Ludogorets.
Libertà
Questione di fiducia, di rapporto con l’allenatore e anche di divertimento. Questa Lazio gioca in maniera più spigliata, senza il freno tirato. Baroni, rispetto a Sarri, ha “liberato” i terzini, ai quali chiede di scendere e di attaccare. Cerca i cross e le sovrapposizioni, vuole sfruttare le corsie laterali. La semplicità mai tramontata del calcio. Per Mau dovevano soprattutto difendere, erano legati alla linea a quattro, vicino ai due centrali. Ora devono garantire propulsione e appoggiare lo sviluppo offensivo. Non sono casuali i “tagli” di Zaccagni e Pedro per linee interne. Manuel deve migliorare la rifinitura, antico difetto. Luca ha acquistato fiducia, è completo, da linea a quattro e ha un piede decisamente superiore alla media. Non ci stupiremmo se alla lunga creasse una concorrenza vera a Tavares, rispetto al quale difende meglio. Ha bisogno di aggiungere assist per avvicinarsi al portoghese, ora infortunato, un uragano quando si scatena in progressione.
Crescita
La completezza del lavoro di Baroni è stata messa in evidenza dal 3-0 al Bologna. Tenendo Dia in panchina, la Lazio ha iniziato senza alcun nuovo acquisto nella formazione iniziale, ma poi ha sbloccato il risultato Gigot e lo ha chiuso Dele-Bashiru, entrambi al primo gol in biancoceleste. Il valore di mercato della Lazio, secondo il sito specializzato Transfermarkt, era di 223 milioni a inizio settembre (chiusa la sessione estiva) e ora è salito a 236,3. Un grafico in crescita esponenziale.