Il segreto della Lazio è la panchina: tutti i numeri da record

Marusic ha deciso la partita di Lecce confermando il valore della rosa: le sostituzioni ora sono determinanti
Fabrizio Patania
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Il Cholismo è tornato a comandare la Liga. Undici gol nei minuti di recupero, un marchio di fabbrica indelebile. La perla di Sorloth al 96' per completare la rimonta del Montjuic, piegare il Barcellona e scattare in cima alla classifica. È successo sabato. L’asso norvegese era entrato al posto di Griezmann. Witsel (top player del Belgio per una vita), Molina (campione del mondo argentino), Koke e Le Normand (pilastri delle Furie Rosse) gli altri cambi di Simeone. Panchina profonda e di livello altissimo. L’Atletico Madrid corre per il titolo in Spagna. Il Paris Saint Germain porta a casa lo scudetto per abitudine. Luis Enrique ha sganciato Gonçalo Ramos per stendere il Monaco e consolidare la fuga. Era una tappa chiave della Ligue 1. Il portoghese ha sostituito Doue e ha impiegato solo tre minuti per riportare in vantaggio i parigini: sarebbe poi finita 4-2. Baroni interpreta il Cholismo in Serie A. Ha portato la Lazio oltre limiti inimmaginabili, saccheggiando la panchina e spingendo la macchina sino alla soglia dello scadimento fisico. «Vinci solo se ci credi» raccontava nella pancia dello stadio Via del Mare. Dentro Pedro, il fuoriclasse eterno riesce a inventare cross e occasioni dal niente. Era uscito dalla panchina per rimpiazzare Dia. Ci ha pensato Marusic, entrato al posto di Lazzari, per colpire al volo e scaraventare l’orgoglio del Lecce nell’angolo: 2-1 al tramonto della partita. Scaltrezza, classe e maturità, la dote sinora mancata. 

Sorpresa Lazio: i gol da record dalla panchina 

Le grandi vincono così, usando il mestiere, imponendosi quando non sono al top. Risorse infinite. Una panchina d’oro. Il caso della Lazio è da studiare: 10 gol sui 32 realizzati sinora in 17 partite di campionato dai subentrati. È un record. Roba da primato europeo. Nei cinque campionati top hanno segnato così tanto, sfruttando i cambi, soltanto l’Atletico Madrid nella Liga e il Paris Saint Germain in Ligue 1. Nessuno osi mettere a confronto le rose dei francesi e degli spagnoli con quella della Lazio. Questa è l’occasione giusta per comprendere la bontà del lavoro di Baroni, le scelte mirate della società, la disponibilità dei giocatori e l’alchimia creata a Formello. Non ci sono più i top come Milinkovic, Luis Alberto, Felipe e Immobile e neppure le ultra-riserve. Si è formato un gruppo compatto, più omogeneo, il mix ideale tra giovani di sicura prospettiva e giocatori esperti. Due soluzioni per ogni ruolo. Non si avverte un dislivello evidente come in passato, le rotazioni giovano e funzionano. L’allenatore, valore aggiunto, sa “leggere” la partita e indovina i cambi, anche se manca una pedina sulla linea mediana. 

Lazio, i gol pesanti che portano punti

Dieci gol dalla panchina sono un’enormità. Quattro, decisivi, hanno portato 8 punti in classifica. Gli altri sei sono serviti per arrotondare il conto e chiudere le partite. Non abbiamo considerato le coppe e neppure gli assist. Pensate all’impresa di Napoli. Gol di Isaksen con un’invenzione pazzesca di Noslin. Non entra nella tabella in pagina, che aiuta a ricostruire il percorso. Marusic è stato decisivo a Lecce. In precedenza Zaccagni era entrato e aveva steso il Cagliari (2-1 all’Olimpico). L’ingresso di Pedro era stato determinante per piegare l’Empoli. Noslin, sinora utilizzato con il contagocce, aveva steso il Toro in una delle trasferte chiave per avviare la galoppata della Lazio. Dieci vittorie in 58 giorni ha ricordato Baroni, candidato a gennaio per la “Panchina d’Oro” a Coverciano con Gasperini, reduce dal trionfo in Europa League, e Inzaghi. Opta ci ha fornito il dato dei gol in Serie A dei giocatori subentrati alla 16ª giornata. Dietro la Lazio c’è l’Atalanta con 7 gol. I cambi, in attesa di Scamacca, si chiamano Zaniolo, Samardzic, Pasalic, a volte persino De Ketelaere o Retegui. Se investi sull’attacco... 

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