ROMA - Dopo il clamore che ha suscitato nei giorni scorsi, valicando i confini italiani per essere citato persino sul New York Times, non si chiude ancora il caso di Juan Bernabè, l'ormai ex falconiere della Lazio allontanato dal presidente Claudio Lotito dopo la diffusione delle immagini post operazione di protesi peniena.
Lazio, l'ex falconiere non lascia Formello
Lo spagnolo, che vive nel centro sportivo biancoceleste, è chiuso nella propria stanza - come emerge da Formello -, non si dà pace e, in attesa di completare il decorso post operatorio, intende presentare le sue scuse che il presidente Lotito non è disposto a prendere in considerazione, nonostante il pianto del falconiere.
Le scuse social di Juan Bernabè
Queste invece le scuse presentate via social dal falconiere spagnolo: "Quello che stanno dicendo di me non ha senso. Voglio chiedere scusa come uomo per quello che è successo, sono davvero pentito e addolorato nei confronti del popolo italiano. Soprattutto, per i genitori dei minorenni. L’obiettivo era un altro, devono riconoscere il mio sbaglio. Chiedo scusa alla tifoseria della Lazio, che ha sofferto tanto per colpa mia. Chiedo scusa alla società e al Presidente della Lazio e alla dottoressa Cristina Mezzaroma, sua moglie. Chiedo scusa al Presidente perché rappresenta la Lazio, ma non alla sua persona. Spero che quando domani parlerà con me lui possa tenere in considerazione che ai bambini Olympia piace tanto, perché Olympia è il simbolo della Lazio. Io sono quello che importa meno. Ho fatto quello che potevo in 15 anni alla Lazio, ora ho rovinato tutto per un errore umano. Me ne assumo le conseguenze perché sono un uomo e sono qui per pagare. Resto tranquillo per quello che gira su di me, ho due figli da crescere e quello che stanno dicendo su di me è fuori contesto. Parlando con gli amici mi vengono le lacrime agli occhi, è un momento difficile per me. Ma voglio dire che l’aquilifero della Lazio non è una persona di merda, non capisco le persone che mi insultano brutalmente: non capiscono che nella vita si può sbagliare. Io ho sbagliato, per favore: perdonatemi! Il perdono non è qualcosa si brutto, io ora lo chiedo. Gesù Cristo perdonò, e il perdono è la cosa più bella che ognuno di noi possa ricevere. Per favore, perdonatemi! La cattiveria con cui sto venendo trattato è fuori contesto. Hanno detto che io andavo in giro in occhiali da sole in mutande, come se fosse una cosa strana: qualche minuto prima avevo dato ai tifosi il mio completo, mi ero spogliato dando a loro i miei vestiti che avevo pagato, 230 euro in zona Prenestina, ci sono Stefania e Patrizio che ne sono testimoni. L’ho regalato a dei bambini, ho tolto i pantaloncini e chiaramente sono rimasto in mutande, ma solo per accontentare la tifoseria. Gli occhiali da sole? Spesso è per nascondere le lacrime che ho quando sono a bordo campo e vedo i tifosi della Lazio. Voi non potete immaginare quello che ho visto con Olympia. Ho visto un ragazzo con la leucemia cercare di saltare per accarezzare l’aquila, ho visto bambini piangere e tante belle parole che mi hanno detto, così a volte è impossibile contenere le lacrime. E per non dare l’immagine di un uomo debole, ho sempre tenuto gli occhiali da sole. Non volevo dare l’immagine di debolezza, di un uomo che piange sempre. Con gli occhiali da sole incontro la pace. Volevo solo chiedere scusa, anche di più. La tolleranza è la cosa più bella, un abbraccio forte a tutti da Juan Bernabé e forza Lazio”.
La nota del medico che ha operato il falconiere
Sulla 'saga' è intervenuto anche Gabriele Antonini, il medico che ha effettuato l'intervento per il quale l'ex falconiere biancoceleste è stato sollevato dall'incarico: attraverso una nota ha sottolineato di non aver "alcun rapporto di dipendenza con la Lazio e quindi mi risulta incomprensibile come io possa essere licenziato. Il mio ruolo è quello di consulente ed ho sempre operato con la massima disponibilità e professionalità, trattando numerosi casi relativi ai pazienti appartenenti alle maestranze, al personale di Formello, ai calciatori della prima squadra e della primavera e ai dirigenti. Tutto ciò è avvenuto sempre ed esclusivamente senza alcun obbligo contrattuale o economico con la società. Per tale ragione mi aspetto una lettera di scuse da parte della società sportiva Lazio della quale mi vanto di essere tifoso ed un ripristino immediato della nostra collaborazione".