Roma - Negli occhi abbiamo la Lazio scintillante e la Lazio sconcertante. Quella che polverizzava, quella polverizzata. Negli occhiamo abbiamo Baroni da trionfo e Baroni da tonfo. Un gruppo spinto da un’energia rara e un gruppo senza più energia. Due realtà diverse, un confuso insieme che disorienta. Qual è la vera Lazio e soprattutto quale arriverà a fine stagione? Un dilemma che non può sciogliere nessuno. Le prime analisi servono per inquadrare il momento, il modo in cui s’è passati dalla corsa Champions (con vista sulla vetta) alla scivolata Champions. Alla tredicesima giornata, dopo Lazio-Bologna (3-0), i biancocelesti erano a meno 1 dal Napoli capolista con Atalanta, Inter e Fiorentina. Alla ventinovesima giornata, dopo Bologna-Lazio (5-0), che ha ribaltato l’equilibrio dello scontro diretto, i biancocelesti sono sesti e per loro fortuna il quarto posto è ancora a meno 2 (occupato dai rossoblù). Ma per la Champions s’è creato un mischione.
Lazio, il ko di Bologna e gli allarmi creati
La partita di Bologna è arrivata dopo le vittorie al 98’ contro Milan e Viktoria Plzen, dopo i pareggi sofferti contro l’Udinese e i cechi al ritorno, dopo cinque partite in 14 giorni (2 marzo-16 marzo), dopo la conquista dei quarti europei che può proiettare ad una semifinale mai raggiunta dal 2004. Causa ed effetto, dentro la sofferenza ci sono tutti i rischi e le fragilità che Baroni era riuscito a velare. Forse è solo la normalità dei limiti di un organico, ringiovanito con baby inesperti, che si pensava fossero insuperabili in estate, inevitabili ad un certo punto della corsa. Pesano anche una partenza sprint e un calo fisiologico, infortuni e ricadute, rientri forzati. L’integralismo su modulo (4-2-3-1) e atteggiamento tattico pur senza interpreti specifici e furore. Un turnover meno ampio. Il mancato utilizzo di Belahyane, unico pronto del mercato di gennaio, mese che ha creato distanze tra società e tecnico su idee e vedute. Un punto dolente per Lotito e Fabiani. E poi il garbuglio delle liste campionato e Uefa, che la società riconduce a scelte dell’allenatore. Si può discutere di tante cose, bisogna interrogarsi. Una centrifuga tremenda aspetta la Lazio alla ripresa: Torino, Atalanta, Bodø, Roma, Bodø e Genoa. Indirizzerano il rush finale e aiuteranno a capire quale sarà il futuro di Baroni, in scadenza nel 2026. L’idillio di fine 2024, la crisi di inizio 2025. Il rinnovo, lo stallo. Finale a prova d’amore.