Isaksen e il retroscena su Bodo-Lazio: “Ci siamo innervositi”

Le parole del danese sulla giornata surreale vissuta dai biancocelesti in occasione del match di Europa League perso in Norvegia prima del derby: cos'ha detto
Daniele Rindone

ROMA - I brividi del gelo sono rimasti addosso alla Lazio fino al rientro di giovedì notte in Italia. Aveva iniziato a provarli la mattina della partita col Bodø, sotto quella tormenta di neve imponente. Nella neve ci è rimasta impantanata pur non giocandoci sopra. Il rischio di rinviare il match non è mai stato considerato alto dall’Uefa perché la mappa metereologica dava miglioramento dalle 14 (così è stato). Ma dentro la Lazio un pensiero inconscio si è insinuato subito. È stata fatta anche una riflessione sull’opportunità di non giocare in quelle condizioni, l’avrebbe fatta chiunque. Era un rischio per l’incolumità dei giocatori, in più con un derby da preparare in volata e da affrontare poco più di 72 ore dopo la partita coi norvegesi.

Isaksen e il retroscena su Bodo-Lazio

Quella tormenta è diventata un tormento dentro la squadra, mentalmente può essere stato il primo colpo che l’ha portata ad alleggerire la tensione, a caricarsi di dubbi fino a destabilizzarsi. Ci sono stati errori nella preparazione tattica, il gioco dei norvegesi ha sorpreso troppo, sono stati discussi i cambi, ma l’atteggiamento è stato assurdo. Il cortocircuito c’è stato, l’ha ammesso Isaksen, queste le parole riportate dal portale Dagbladet: «C’erano notizie che dicevano che la partita poteva essere a rischio. Non è una cosa a cui siamo abituati. Ci ha reso un po’ nervosi, ma non è una scusa. Sapevamo che c’era anche la possibilità di giocare. Il Bodø è stato migliore di noi, spero e credo che possiamo batterli in casa. Non è finita. Sono rimasto molto sorpreso da come giocano bene, i miei compagni di squadra mi hanno detto che loro qui si trovano a meraviglia, ma che fuori casa vanno in difficoltà».

 

 


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La preparazione del derby con la Roma

Baroni alla vigilia non aveva voluto sentir parlare di alibi, nel post li ha considerati senza farne una scusa: «Il campo ha influito, possiamo ribaltarla». Il campo, una ragione riconosciuta anche dalla società, ma non come sgravio totale di responsabilità da parte di tutti. È stata una trasferta tribolata, tra le più disagevoli e ardue. Il ritorno della squadra è avvenuto nella notte tra giovedì e ieri, alle 3.30 a Fiumicino, dopo quasi quattro ore di volo. Per quanto Lotito abbia fatto riservare un charter con tutti posti business, per riposare su sedili-lettini, lo spossamento è stato pesante. Prima la partita su quel campo e con quelle condizioni, poi la maratona finale: l’atterraggio notturno e il trasferimento a Formello. Molti giocatori sono rientrati subito a casa, altri hanno raggiunto il training center per riprendere le macchine. C’era la possibilità di pernottare in foresteria, era facoltativa. Ieri mattina l’allenamento di scarico. L’energia sarà recuperata tutta oggi, questo è l’augurio. All’aeroporto di Bodø, giovedì poco prima della mezzanotte, i giocatori erano visibilmente dispiaciuti. Sguardi scuri, teste basse, tutti svegliati da quel bagno di realtà che spesso li travolge spietatamente dopo le imprese. Così è stato dopo Bergamo. Ma la Lazio forse è la squadra più vicina al mito dell’Araba Fenice, risorge spesso dalle ceneri. «Ora il derby da vincere, poi il Bodø da ribaltare», l’urlo per passare dallo scoramento all’eroicità. Durante il viaggio notturno, dal charter è stato possibile ammirare l’aurora boreale, più che mai diventa metafora dell’incontro tra buio e luce. Vale per la Lazio di giovedì, sperando si riaccenda domani.

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ROMA - I brividi del gelo sono rimasti addosso alla Lazio fino al rientro di giovedì notte in Italia. Aveva iniziato a provarli la mattina della partita col Bodø, sotto quella tormenta di neve imponente. Nella neve ci è rimasta impantanata pur non giocandoci sopra. Il rischio di rinviare il match non è mai stato considerato alto dall’Uefa perché la mappa metereologica dava miglioramento dalle 14 (così è stato). Ma dentro la Lazio un pensiero inconscio si è insinuato subito. È stata fatta anche una riflessione sull’opportunità di non giocare in quelle condizioni, l’avrebbe fatta chiunque. Era un rischio per l’incolumità dei giocatori, in più con un derby da preparare in volata e da affrontare poco più di 72 ore dopo la partita coi norvegesi.

Isaksen e il retroscena su Bodo-Lazio

Quella tormenta è diventata un tormento dentro la squadra, mentalmente può essere stato il primo colpo che l’ha portata ad alleggerire la tensione, a caricarsi di dubbi fino a destabilizzarsi. Ci sono stati errori nella preparazione tattica, il gioco dei norvegesi ha sorpreso troppo, sono stati discussi i cambi, ma l’atteggiamento è stato assurdo. Il cortocircuito c’è stato, l’ha ammesso Isaksen, queste le parole riportate dal portale Dagbladet: «C’erano notizie che dicevano che la partita poteva essere a rischio. Non è una cosa a cui siamo abituati. Ci ha reso un po’ nervosi, ma non è una scusa. Sapevamo che c’era anche la possibilità di giocare. Il Bodø è stato migliore di noi, spero e credo che possiamo batterli in casa. Non è finita. Sono rimasto molto sorpreso da come giocano bene, i miei compagni di squadra mi hanno detto che loro qui si trovano a meraviglia, ma che fuori casa vanno in difficoltà».

 

 


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