Lazio, come corre il Bodo: i dati dei norvegesi sono impressionanti

Baroni cancella i rimpianti per il pareggio nel derby e si concentra sui quarti di ritorno di Europa League: servirà la partita perfetta per centrare l’ingresso in semifinale
Fabrizio Patania

ROMA - Vincere con tre gol di scarto per l’ingresso alle semifinali di Europa League, segnarne almeno due per portare i norvegesi del Bodø Glimt ai tempi supplementari. Serve un capolavoro, un’impresa totale. Non è facile, neppure impossibile. Occhio alle valutazioni superficiali e alle illusioni generate dal campo sintetico, un fattore decisivo ma non esaustivo nei quarti di andata. Tutte sono scivolate giocando al Circolo Polare Artico, non solo la Lazio, ma sarebbe un errore cancellare numeri e precedenti, riducendo l’analisi alle condizioni climatiche e alle difficoltà di adattamento al terreno di gioco. I norvegesi, tanto per cominciare, hanno chiuso la prima fase di Europa League al nono posto con 14 punti e in trasferta non sono mai crollati, segnando due gol e perdendo di misura a Old Trafford contro il Manchester United (2-3). Nelle altre cinque partite fuori casa hanno perso solo due volte e con il minimo scarto (1-2), prima con il Twente nei playoff (ribaltato a Bodø) e poi resistendo ad Atene di fronte al tentativo di rimonta dell’Olympiacos negli ottavi. 

Lazio, come corre il Bodo

Un dato incoraggia la Lazio: i 27 tiri concessi ai greci, che avevano perso 3-0 in Norvegia e hanno fallito un rigore senza riuscire a rimettere in discussione la qualificazione, ma la squadra di Baroni dovrà correre tanto e bene, forse come non è mai successo. Il dinamismo del Bodø Glimt è sorprendente, non solo perché il campionato è appena iniziato e sono freschi. Nei quarti di andata hanno coperto 128 chilometri. A Old Trafford, nella prima fase, avevano sfiorato quota 124. In Olanda si erano fermati a 121,8. Quando avevano vinto in Portogallo, piegando lo Sporting Braga (dove la Lazio ha perso) avevano toccato 124,7 chilometri. Dati record. Evidenziano una condizione atletica eccellente, senza oscillazioni tra partite in casa e fuori. 


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Lazio, tutti i dati sulle rimonte in Europa

C’è un precedente confortante. L’ultimo ko fragoroso fuori casa risale proprio alla trasferta contro la Roma di Mourinho, quarti Conference del 2022: finì 0-4 dopo il 2-1 dell’andata. Il Bodø si è arreso alla Stella Rossa nei preliminari di Champions e due anni fa a Zagabria contro la Dinamo (1-4). Detto questo, la Lazio dovrà tirare fuori una prova super. È difficile perché gli attaccanti sono fuori forma, hanno segnato poco o niente nell’ultimo mese e la squadra di Baroni non vince largamente da tempo (5-1 al Monza e 3-0 al Bologna in dieci per l’espulsione di Pobega i successi più rotondi). Vanno rimontate altre due statistiche: nella fase a eliminazione diretta di Europa League, le squadre che sono riuscite a vincere la partita d’andata con almeno 2 gol di scarto hanno superato il turno nel 94% dei casi (144 su 154) e la Lazio è stata eliminata 12 volte su 15 quando doveva ribaltare il risultato dei primi 90 minuti. 

Lazio, cosa serve per la rimonta

Questa è storia, l’attualità porta al piano di Baroni e alle contromosse studiate dopo lo 0-2 di Bodø. Stesso allenatore (Knutsen) dal 2018. Giocano un calcio evoluto, all’avanguardia, sviluppato in profondità. In Norvegia hanno sorpreso per l’imprevedibilità del 4-3-3. Sjøvold e Bjørkan, i due terzini, entrano dentro al campo e agiscono spesso da mediani. Saltnes, autore della doppietta, possiede tempi di inserimento micidiali. Evjen, un mancino impiegato come mezz’ala destra, ha classe e crea gioco, tagliando il campo come se fosse un esterno di attacco. Hauge, l’ex Milan, può diventare imprendibile nell’uno contro uno. Høgh, il centravanti, e Blomberg, l’ala sinistra, fanno un lavoro sporco con discrete qualità, senza mai fermarsi. Berg, regista e capitano, è il giocatore con più contrasti vinti (60) in questa edizione dell’Europa League e ha il record di possessi guadagnati (94). La Lazio, per rendere possibile la rimonta, dovrà partire da un aspetto: non beccare gol e non concedere il contropiede ai norvegesi


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ROMA - Vincere con tre gol di scarto per l’ingresso alle semifinali di Europa League, segnarne almeno due per portare i norvegesi del Bodø Glimt ai tempi supplementari. Serve un capolavoro, un’impresa totale. Non è facile, neppure impossibile. Occhio alle valutazioni superficiali e alle illusioni generate dal campo sintetico, un fattore decisivo ma non esaustivo nei quarti di andata. Tutte sono scivolate giocando al Circolo Polare Artico, non solo la Lazio, ma sarebbe un errore cancellare numeri e precedenti, riducendo l’analisi alle condizioni climatiche e alle difficoltà di adattamento al terreno di gioco. I norvegesi, tanto per cominciare, hanno chiuso la prima fase di Europa League al nono posto con 14 punti e in trasferta non sono mai crollati, segnando due gol e perdendo di misura a Old Trafford contro il Manchester United (2-3). Nelle altre cinque partite fuori casa hanno perso solo due volte e con il minimo scarto (1-2), prima con il Twente nei playoff (ribaltato a Bodø) e poi resistendo ad Atene di fronte al tentativo di rimonta dell’Olympiacos negli ottavi. 

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Un dato incoraggia la Lazio: i 27 tiri concessi ai greci, che avevano perso 3-0 in Norvegia e hanno fallito un rigore senza riuscire a rimettere in discussione la qualificazione, ma la squadra di Baroni dovrà correre tanto e bene, forse come non è mai successo. Il dinamismo del Bodø Glimt è sorprendente, non solo perché il campionato è appena iniziato e sono freschi. Nei quarti di andata hanno coperto 128 chilometri. A Old Trafford, nella prima fase, avevano sfiorato quota 124. In Olanda si erano fermati a 121,8. Quando avevano vinto in Portogallo, piegando lo Sporting Braga (dove la Lazio ha perso) avevano toccato 124,7 chilometri. Dati record. Evidenziano una condizione atletica eccellente, senza oscillazioni tra partite in casa e fuori. 


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