Noslin, Taty e Guendouzi lo hanno baciato, accarezzato, rincuorato. Le lacrime di Nuno Tavares hanno scolpito la notte drammatica e commovente della Lazio, disposta a tirare fuori ogni energia e rischiare tutto, anche l’incolumità fisica, pur di centrare la semifinale di Europa League. Il portoghese ha nascosto la faccia dentro la maglia, piangeva, l’Olimpico ha capito e lo ha applaudito quando stava uscendo dal campo, costretto ad arrendersi all’ennesimo infortunio, il settimo della sua tormentatissima stagione. Lo staff medico attenderà le canoniche 48-72 ore per sottoporlo agli esami clinici. Il rischio di una ricaduta agli adduttori della coscia destra è elevatissimo, così come non si può considerare scontato il suo recupero entro la fine del campionato. Dipenderà dall’esito degli accertamenti e dalla profondità della probabile lesione muscolare.
Tavares si ferma ancora: i precedenti
I rischi si conoscevano, come i suoi precedenti: solo 8 presenze in Premier con il Nottingham nel campionato passato. La Lazio, costretta a scommettere, ci ha puntato, ben sapendo si trattasse di un’incognita. Il campo, giudice inesorabile e infallibile, sta dando la risposta. Tavares si era fatto male a Bergamo e aveva recuperato in fretta, sostenendo appena uno o due allenamenti con il gruppo prima di essere convocato per il Bodø/Glimt. Una carta in più da calare in corsa e in caso di necessità, nel finale o forse ai supplementari.