ROMA - Tempi di primi bilanci per Marco Fassone, amministratore delegato del nuovo Milan cinese e unico dirigente ad aver lavorato per quattro dei principali club italiani: «Le mie esperienze professionali - ha raccontato il dirigente rossonero in esclusiva al 'Guerin Sportivo' di cui riportiamo i passaggi più significativi- sono state diverse tra di loro come responsabilità, ma sono state tutte formative e interessanti».
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MILAN - In quanto al Milan i semi sono stati piantati, con un mercato faraonico e ambizioso che ha letteralmente stravolto la rosa con undici nuovi arrivi e un esborso - tra investimenti per i cartellini, bonus e soldi per il prestito di quasi 230 milioni di euro (in Europa solo il Psg ha fatto di più).
CHAMPIONS - Fassone spiega poi quanto peso abbia nelle strategie rossonere un piazzamento per la prossima Champions League: «Non è un mistero che il grosso investimento fatto da Yonghong Li nel Milan sarebbe decisamente più al sicuro con l’aumento del fatturato, un obiettivo da raggiungere sia individuando nuovi partner sul mercato cinese sia incamerando i proventi che la Uefa garantisce a chi parteciperà alla rinnovata. Non andarci non sarebbe un dramma perché alla Uefa ho presentato anche dei piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe… positivo (sorride, ndr) e ci consentirebbe di non dover pensare alla cessione di un giocatore».
SCUDETTO - Lo scudetto invece, almeno per il momento, sembra affare per altri anche se c'è piena fiducia nel lavoro del tecnico: «Juventus e Napoli sono più forti delle altre e la nostra corsa per entrare nelle prime quattro la dobbiamo fare su Roma, Inter e Lazio (...) Montella è un grande allenatore. Lo avremmo confermato anche se la passata stagione non avesse raggiunto la qualificazione all’Europa League e gli riconosciamo straordinarie doti di gestione del gruppo».