Prima la passerella in campo, a partita abbondantemente decisa, senza però riuscire a lasciare il segno con un gol. Poi l'esultanza da capopopolo, con sigaro e champagne. Quindi l'intervista, con le solite parole da leader. Zlatan Ibrahimovic è l'anello di congiunzione tra gli ultimi due scudetti del Milan: a 11 anni di distanza lo svedese c'è ancora, dopo una parte di carriera molto intensa e nonostante i tanti guai fisici che lo hanno martoriato in questa stagione, costringendolo ad un ruolo defilato in particolare nella seconda parte di campionato.
Ibrahimovic e il rapporto con Pioli: "Quanto ci ha stressato negli ultimi tre mesi..."
Intervistato da 'Dazn' al termine dei festeggiamenti, Ibra è stato il solito fiume in piena, tra i complimenti ai giovani compagni da vera "chioccia" e le solite parole da istrione: "Quando sono tornato qui ricordo che in conferenza stampa una giornalista disse che di solito chi torna dove è già stato può fare solo peggio. Io risposi che avrei lottato per riportare il club in alto e a vincere lo scudetto. Non ci credeva nessuno, ma siamo qui, abbiamo lavorato tanto e fatto tanti sacrifici, dimostrando che grazie al lavoro niente è impossibile. I problemi che ho avuto quest’anno sono stati incredibili, ho giocato poco, ma penso di essere stato utile a questo gruppo fuori dal campo. Questi ragazzi aspettavano un pilota che li guidasse, l’ho fatto e abbiamo vinto”. E i meriti di Pioli? Zlatan ci scherza sopra: “Il mister ha fatto un gran lavoro, purtroppo negli ultimi tre mesi è stato un po’ stressante, ma è normale. Per lui era il primo trofeo, io sono al settimo scudetto…".
"Per continuare a giocare devo stare bene. Questo scudetto è per Raiola"
Inevitabile che il discorso vada sul futuro agonistico di Zlatan, che però non si sbilancia limitandosi a parlare di decisioni da prendere per debellare i problemi fisici: "Il mio futuro? Devo lavorare per tornare a stare bene, poi penserò a cosa fare. Mia ultima partita? Se tornerò a stare bene no, dipende da cosa succederà nei prossimi giorni. Operazione? Vediamo…". Poi la dedica più toccante: "La dedica è per Mino Raiola, è il primo trofeo che vinco senza di lui. Quando sono tornato in Eueropa sono stato vicino al Napoli, poi chiesi a lui dove sareo potuto andare per fare la differenza e mi rispose che solo io potevo salvare il Milan".