Di periodi molto complicati, il Milan ne ha già vissuti diversi nell'ultima dozzina d'anni. Mai, però, ci si era confrontati con le tensioni vissute nelle ultime ore. Mai prima d'ora, l'allenatore del Milan era stato così duro, esplicito, diretto, massiccio nell'esprimersi pubblicamente contro l'atteggiamento di alcuni dei suoi calciatori. Il messaggio lanciato da Fonseca al termine del match (vinto) contro la Stella Rossa non lascia spazio ad interpretazioni di alcun tipo: c'è qualcuno che a Milanello, a San Siro o dovunque il Milan metta piede, che non rema nella stessa direzione del tecnico e di quella della maggior parte della squadra.
Milan, i calciatori finiti nel mirino
Le accuse di Fonseca, dunque, non sono rivolte a tutta la rosa, ma a dei componenti specifici, i cui nomi non sono stati da lui - giustamente - meglio specificati. Rimettendo al loro posto tutti i pezzi del puzzle di questa stagione e raccogliendo gli indizi disseminati lungo il cammino tra luglio e dicembre, si possono ipotizzare i destinatari del mirino di Fonseca. In cima alla lista ci sarebbero - paradossalmente - i due capitani del Milan, Davide Calabria e Theo Hernandez. Il primo, scocciato dalle troppe panchine a favore di Emerson Royal, ha reagito negativamente al cambio di mercoledì, evitando la stretta di mano con Fonseca. Il secondo non dà più da tempo l'impressione di essere concentrato e settato per la causa rossonera; il suo atteggiamento, sia durante gli allenamenti che in partita, è sotto gli occhi di tutti. Non si sfugge. Così come non sfuggono i comportamenti di Tomori, relegato a riserva dopo anni da titolare inamovibile; la sceneggiata di Firenze con la palla consegnata ad Abraham sul rigore ha fatto traboccare il suo vaso, che ora esonda con l'incredibile ammonizione subita da diffidato mentre si riscaldava a bordo campo. Molto deludente anche il ritmo di Loftus-Cheek: l'inglese, ora infortunato, gioca molto, ma senza scosse, senza brio. Sarebbe anche lui nel mirino.
Fonseca, tempo di confronti con Ibrahimovic
Tre “senatori” del Milan sotto accusa. Il resto della squadra, compresi gli altri 'vecchi', sta con Fonseca. Tutti coloro che si son presentati davanti ai microfoni dopo la Stella Rossa, per esempio, condividono a pieno la linea del tecnico: «Con la squadra che abbiamo - ha detto Leao - potevamo fare meglio. È una questione mentale, se non dai il massimo queste squadre prendono fiducia», «Io credo - ha spiegato Abraham - che il nostro sia un problema di mentalità. Dobbiamo acquisire quella giusta. Dobbiamo affrontare ogni partita come fosse l'ultima» e «Sono d'accordo con Fonseca - ha ripetuto Thiaw - . Come ha detto il mister: un giorno facciamo bene, il secondo giorno... Pfff...». Insomma: mercoledì è stato tracciato un punto di ritorno, su cui sta intervenendo, con le modalità che le sono proprie, il management rossonero. Ieri, Fonseca si è presentato alle 9.13 a Milanello per dirigere il primo allenamento verso il Genoa; ha trovato tutta la squadra, approfittandone per un paio di colloqui individuali con alcuni dei giocatori tirati in ballo mercoledì, ma nessun membro della dirigenza. Nel pomeriggio, poi, il tecnico ha incontrato Ibrahimovic, Moncada e Furlani a San Siro per la festa di Natale del settore giovanile. È stata occasione per un lungo confronto tra Fonseca e Ibra, nel quale l’allenatore ha spiegato la volontà di dare una scossa alla squadra con quel tipo di dichiarazioni. Oggi potrebbe esserci anche modo di confrontarsi con la squadra al completo e con alcuni singoli prima della seduta mattutina.