A Riyad l'Inter ha visto il Diavolo e ha capitolato, subendo una clamorosa rimonta che ha consegnato al Milan la Supercoppa della Serie A, l'ottava della sua storia, nonché il cinquantesimo trofeo nei 125 anni dell'epopea rossonera (a 124 anni di distanza dal primo scudetto) e il primo alloro della gestione Gerry Cardinale, poiché il diciannovesimo tricolore era arrivato quando RedBird non ne era ancora ufficialmente proprietario. Ora, nella sala dei trionfi a Casa Milan, l'ultimo conquistato il 6 gennaio 2024 si allinea a 19 scudetti, 7 Champions League, 5 Supercoppe Europee, 3 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club, 2 Coppe delle Coppe, 5 Coppe Italia. In Arabia Saudita, l'impresa dei rossoneri è stata fantastica, in capo a un derby giocato ad altissimo livello dall'una e dall'altra parte. In vantaggio per 2-0, grazie al micidiale uno-due piazzato da Lautaro e Taremi a cavallo tra la fine del primo tempo e l'inizio del secondo, i Campioni d'Italia erano convinti di avere in mano la partita.
Milan, il coraggio di Conceiçao
Non avevano fatto i conti con il coraggio di Sergio Conceiçao che, alla seconda partita in panchina, ha firmato la seconda rimonta in tre giorni diventando il primo allenatore del Milan a vincere una coppa in 180 minuti più il recupero. Dopo avere eliminato la Juve il 3 gennaio, il 6 si è ripetuto con l'Inter, sconfitta nel secondo derby di fila, a tre mesi e mezzo di distanza dal primo ko, subito in campionato il 22 settembre scorso. Nello stadio di Cristiano Ronaldo, davanti a Pioli, l'uomo dello scudetto 2022, sotto di due a zero, il successore di Fonseca ha letteralmente trasfigurato il Diavolo. Lo hanno assecondato i veterani: la punizione di Theo ne ha esaltato la prova, degna dei tempi d'oro del vicecampione del mondo; Pulisic, al decimo centro stagionale, ha ribadito di essere assieme a Reijnders il miglior rossonero dall'inizio della stagione. E poi, Leao: subentrato al 50' al posto di Jimenez, il portoghese è stato un'autentica iradiddio in ogni iniziativa intrapresa con il piglio del campione che è in lui. Un'autentica spina nel fianco della difesa di Inzaghi che dal 4-4 interno con la Juve (27 ottobre) non incassava almeno 3 gol in una partita. Non è stato un caso: proprio Leao ha imbeccato Abraham per il 3-2 che ha fatto impazzire i milanisti, indicati come nettamente sfavoriti dai pronostici della vigilia.
Milan supercampione: è qui che risiede la bellezza del calcio
Ma un derby, si sa, è sempre un derby e Conceiçao stavolta ha fatto bingo contro l'Inter, lui che da allenatore del Porto aveva già fatto vedere i sorci verdi a Inzaghi nella Champions 2022/2023, contendendogli sino all'ultimo la qualificazione ai quarti di finale. Leao, Loftus-Cheek, Abraham, Morata e Pulisic: tutti insieme per caricare a testa bassa un'Inter smarrita e sorpresa dall'arrembaggio degli Indiavolati. Come ha schiettamente annotato Lautaro dopo la sconfita, sul 2-0 i nerazzurri hanno smesso di giocare. A quindici minuti dalla fine, Inzaghi poteva ancora vincere la sesta Supercoppa della carriera. Ha perso la sua terza finale, galeotti anche i cambi non premianti (Asllani e Darmian) e perché, davvero, le partite non finiscono mai. Qui risiede la straordinaria bellezza del calcio.