MILANO - C'è una regola matematica non scritta nel calcio, ma che solitamente funziona: quando i punti di distacco sono maggiori rispetto al numero di partite restanti da giocare, è impossibile pensare di colmare il gap. E allora: che sia Bologna o Juventus o qualunque altra delle rivali in corsa (Roma, Lazio e Fiorentina), il Milan, con sette gare rimaste in calendario, non può più pensare di concorrere per il quarto posto e di assicurarsi i ricavi della Champions. Risultato: meno budget per il nuovo diesse. Chi sarà? Furlani spinge per Tony D’Amico, ancora legato all’Atalanta, ed è volato negli States per incontrare Gerry Cardinale. Il proprietario del Milan però la pensa come Ibra e vorrebbe ingaggiare Igli Tare.
Milan, senza Champions League stagione fallimentare
La mancata qualificazione alla Champions League sarebbe la conferma del fallimento della stagione rossonera. Ad inizio anno, i proclami di dirigenza, allenatore e giocatori comprendevano la parola scudetto, poi ridottasi al quarto posto, per concludersi con la ricerca disperata di un piazzamento nella zona dell'Europa minore (Europa League o Conference League) attraverso il campionato o la Coppa Italia. E la Supercoppa Italiana, vinta a gennaio a Riyad a poche ore dal subentro in panchina di Conceiçao, non basta di certo ad aumentare la media voto stagionale. Il nono posto attuale in classifica pesa troppo. È vero, il campionato non è finito, ma una improvvisa inversione di tendenza sembra sempre più complicata.
Theo Hernandez, tanti errori tecnici in un unico calciatore
Il symbolum della stagione del Milan è Theo Hernandez. Anche contro la Fiorentina, il 19 ha offerto la consueta prova piena di errori: più volte fuorigiri sui cambi di direzione di Dodo, disattento sullo stesso brasiliano in occasione dello 0-2, poco lucido in un paio di situazioni offensive che, con una scelta più azzeccata, sarebbero diventate parecchio pericolose dalle parti di De Gea. Insomma: tanti errori tecnici in un unico calciatore che spesso mostra tutta la squadra. E c'è un episodio, in particolare, che ha fatto indispettire gran parte della tifoseria milanista. Al 41’, Theo e Dodo hanno dato vita ad un prolungato battibecco faccia a faccia; il gioco, però, è proseguito, con Gudmunsson che giocava il pallone vicino ai due litiganti, pronto ad entrare in area. Theo, nonostante fosse lì a due passi, ha continuato imperterrito a discutere col terzino viola, come se nulla fosse. Atteggiamento grave, superficiale.
Il terzino francese verso la cessione
Senza Champions League, il club non guadagnerà innanzitutto i 40 milioni di euro di ricavi minimi dalla partecipazione al torneo, più l'abbondante botteghino delle quattro partite casalinghe a San Siro. La stabilità finanziaria permetterà ai rossoneri di sopravvivere senza troppi problemi ai mancati utili, ma certamente questi ultimi condizioneranno il budget per il calciomercato estivo e le eventuali resistenze ad offerte importanti. E qui torna il nome di Theo: senza rinnovo, il terzino è destinato alla cessione.