Juve-Napoli: perché Zielinski, Rrahmani e Lobotka hanno giocato nonostante la quarantena

Una giornata surreale tra tamponi, ordinanze, Asl e colpi di scena
Juve-Napoli: perché Zielinski, Rrahmani e Lobotka hanno giocato nonostante la quarantena© ANSA
Antonio Giordano
4 min

Il Napoli, De Laurentiis e il medico sociale Canonico sono stati deferiti dalla Procura Figc "per aver consentito a Lobotka, Rrahmani e Zielinski di aver partecipato alla gara Juventus-Napoli nonostante la quarantena domiciliare disposta dall'Asl". Il Corriere dello Sport-Stadio, lo scorso 7 gennaio, aveva spiegato la questione con un articolo di Antonio Giordano che riproponiamo integralmente.

Prima che mettessero il pallone al centro del campo, per tentare di fare del calcio qualcosa di serio (?), sul tavolo d’una sfida giocata teoricamente con le scartoffie, ci hanno lasciato sfilare di tutto: e tra protocolli, interpretazioni più o meno libere, molecolari e un bla-bla-bla da far girare la testa, questo microcosmo che rappresenta un'azienda da miliardi di euro ha scoperto di ritrovarsi in un vuoto normativo da lasciare impallidire anche un Matusalemme moderno, che pure dovrebbe averne viste.

Juventus-Napoli si è giocata al termine di (altre) 24 estenuanti, consumate deambulando in quella terra di nessuno ch’è il football, inconsapevole degli effetti della variabile Omicron, distratto fino al punto di non accorgersi che c’è un Paese in ginocchio: al risveglio, dopo aver attraversato l’inferno, sballottato tra i comunicati della ASL 1 e la ASL 2 di Napoli che hanno ritenuto giusto evitare di sentirsi con un cellulare preferendo dialogare ufficialmente con il cartaceo, Spalletti ha scoperto che pure un altro suo collaboratore era stato sfiancato dal Covid, però calma, si stava solo nel pieno della mattinata, due tamponi - quelli di Rrahmani ed Elmas - non parevano troppi chiari, e si sarebbero tutti rivisti alle cinque del pomeriggio.

La situazione legata a Zielinski, Rrhamani e Lobotka

A Certaldo, dove Spalletti è rinchiuso, è arrivata l’eco di questa giornata bestiale, soffocata nel tam-tam del «si gioca, non si gioca», «è positivo, ma no è blandamente positivo», ch’è stata la colonna sonora per avvicinarsi a una partita in effetti annunciata alle 17 e comunque con tanti interrogativi ad addobbarla, compresi gli spifferi della Asl di Torino e il sospetto avanzato che se il terzetto Zielinski-Lobotka-Rrahmani si fosse presentato, beh a quel punto ci sarebbe persino potuto scappare un intervento disperato in extremis, lo chiameremo tackle, del «dipartimento di prevenzione» (mentre s’invocava quello di salute mentale).

Ci sono voluti consulti incrociati, per capire se Zielinski, Rrahmani e Lobotka l’avrebbero potuta giocare o no questa Juve-Napoli, dopo essere stati sistemati in «quarantena» dalla ASL 2 di Napoli: si può fare, ma sì, basta che vadano in campo e poi rientrino in albergo, come se fossero dei dipendenti del Catasto mica atleti chiamati a correre per 90', facendo corse strappapolmoni di 50 metri. E così, li hanno messi in formazione, con Domenichini, raffreddato - ma solo una congestione dài - ch'è andato a fare la riunione tecnica per capire ancora una cosa: ma nelle mischie, in quelle cose di campo che spesso succedono, i giocatori avrebbero dovuto farsi prestare la mascherina? Don't look up!


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