CASTEL VOLTURNO - Un mese dopo, riecco un pallone: è “finto”, perché sa di amichevole, ma almeno dà il verso i 30.000 per Albiol e Reina affare fatto senso del calcio attraverso emozioni da rivivere. Trentacinque giorni sono volati via distraendosi qua e là, riempiendosi dei Mondiali e di pensieri spettinati: la classifica, il campionato, la Champions, la Coppa Italia, quel macro-universo che sa di Napoli e che andrà arricchito di altro, di partite a raffica che stanno per arrivare. E la fame c’è, la senti, la cogli nei numeri che - in vista del Natale, con tutto ciò che c’è da fare, sono autentici: in venticinquemila hanno già risposto presente, l’impennata prevista s’è verificata e fino a stasera (ore 20.30, su Sky in pay-per-view e su Dazn) c’è la possibilità e anche il sospetto che si possa sfiorare o superare quota trentamila. Non pochi, a pensarci bene, per Napoli-Villarreal che mette in palio nulla, se non i ricordi - e sono tanti - che si accavallano sull’uscio del “Maradona”. E’ una sfida un po’ nostalgica e un po’ romantica, sa di quegli anni ruggenti condivisi con Pepe Reina e Raul Albiol, due leader amati seriamente, in maniera pure possessiva, uomini che hanno lasciato il segno e che avranno modo di accorgersene pure stavolta, in uno stadio che sarà per loro e per quel Napoli che attrae come una calamita.
In famiglia
Ci sarà folla, ci saranno pure le famiglie, perché Reina e Albiol sono arrivati con mogli e figli per riassaporare le atmosfere magiche che gli sono appartenute in quell’epoca piena di sogni: dentro, ci sono due Coppe Italia per il difensore (e una per il portiere), c’è la Supercoppa di Doha, che il centrale difensivo vinse segnando dal dischetto nella cosiddetta lotteria finale; e poi ci sono due scudetti sfiorati (nel 2016, nel 2018), le quattro stagioni del portiere (con 182 presenze), le sei del “patron” (con 236 partite). Gli ingredienti per commuoversi, insomma, e per calarsi in un clima ideale, tra vecchi e carissimi amici.
Si prova
Il Napoli vuole intanto capire come sia andata questa sosta, cosa abbia lasciato nelle gambe e pure nella testa, come possa essere sfruttata utilmente per presentarsi all’Inter, il 4 gennaio, nella condizione più idonea per un match dal sapore di scudetto: senza i cinque Nazionali non sarà la stessa cosa ma Spalletti sa come industriarsi per analizzare da dentro quella squadra che pure in Turchia ha offerto risposte. Potrà sperimentare ancora con Ndombele e con Elmas, con Raspadori che gli piace ovunque - da attaccante oppure da mezzala - e comunque avrà Politano e Di Lorenzo, i treni di destra, e dall’altra parte Mario Rui e Kvaratskhelia che danno garanzie. In mezzo, ovviamente il solito Lobotka, semmai per alternarlo con Demme, che ha voglia e anche bisogno di giocare e che, annusando l’aria, potrebbe così non avvertire più la tentazione di andare altrove per giocare. Magari vedendo l’accoglienza che il “Maradona” riserverà ad Albiol e a Reina, gli verrà soltanto il piacere di resistere. Le amichevoli poi un senso ce l’hanno sempre.